@LucianoMurgia
URBINO
– Jan De Brandt tra Casciotta e Gorgonzola, nella speranza che
arrivi il terzo risultato utile consecutivo che faccia risalire
ulteriormente una squadra che due settimane fa sembrava condannata
inesorabilmente alla retrocessione.
Matteo
Bertini, allenatore del Volley Pesaro, aveva intuito che qualcosa
sarebbe cambiata con l'arrivo di Jan De Brandt: “Prima
di tutto Jan è una bravissima persona, molto piacevole da conoscere
e frequentare, un uomo di grande cultura, innamorato di Marche e
Umbria. Un bravissimo allenatore che ha avuto bellissime esperienze a
Tenerife e Istanbul (Fenerbahce) e lo scorso anno al Voléro Zurigo.
Ha allenato anche in Azerbaigian. Il suo curriculum è molto
importante. Gli auguro di fare bene a Urbino. Sicuramente è arrivata
una persona positiva. Spero rimanga parecchio in Italia perché il
volley in generale ha bisogno di persone come Jan, ancora di più la
pallavolo italiana”. E di lui ha avuto bisogno anche la Federazione
Ungherese, che lo scorso marzo lo ha presentato ufficialmente quale
allenatore della Nazionale magiara.
La presentazione di Jan De Brandt allenatore dell'Ungheria (dal sito della Federazione magiara) |
Jan De Brandt, allenatore belga della Zeta System, è arrivato a Urbino per realizzare un doppio sogno: salvare la Robur Tiboni, che prima del suo ingaggio era a zero punti e adesso ne ha 4; allenare a lungo in Italia.
Il
primo compito è difficile, difficilissimo, perché per evitare la
retrocessione deve recuperare tanti punti (oggi sono 10) al Bisonte
Firenze, terzultimo in classifica, o comunque arrivare a meno 4 dalle
toscane (o da chi occuperà la decima piazza al termine della
stagione regolare) per poi giocarsi tutto in un playout al meglio di
tre partite.
Abbiamo
conosciuto di persona De Brandt giovedì, alla fine dell'amichevole
tra Zeta System e Volley Pesaro. L'impressione ricavata in 6 minuti
d'intervista è davvero super.
L'allenatore
55enne si è presentato con un'entusiasmo contagioso. Tutto è
sembrato meno che un tecnico reduce da un amaro episodio, il divorzio
con il club tedesco Rote Raben Vilsbiburg che partecipa alla
Challenge Cup. Curioso: a Vilsbiburg è approdata la canadese Kyla
Richey, liberata da Urbino.
“E'
stato un buonissimo allenamento – ha detto De Brandt subito dopo la
fine dell'amichevole -, perché Pesaro ha un'ottima difesa, lavora
bene al muro e pratica un gioco intelligente. Commette pochi errori
e ha un eccellente contrattacco...”.
Soddisfatto
della sua squadra?
“Stasera
(giovedì; ndr) no, non sono contento, non abbiamo eseguito
abbastanza bene le nostre cose. Innanzitutto, servendo come una
squadra di cadette. Io non riesco a immaginare che ci siamo allenate
20 ore in questa settimana e poi la nostra battuta è stata così
carente. Perché giocare così impaurite in una partita amichevole?
Cosa succederebbe se scendessimo in campo di fronte a migliaia di
spettatori che ti guardano e ti fischiano mentre servi. Non puoi
servire sotto la rete, andiamo! Il servizio è la sola opportunità
che hai per mettere in difficoltà una ricezione che freme aspettando
la palla. Tu ne hai il controllo e sei più forte. Dobbiamo costruire
un servizio efficace, stabile. Devi respirare profondamente, magari
palleggiare più volte, ma poi servire bene. Per quanto riguarda la
qualità della ricezione, è stata superiore all'80 per cento, ma non
siamo risultati abbastanza efficaci in attacco. I primi tempi non
sono stati buoni e io voglio che si utilizzi di più questo attacco.
Giulia Agostinetto non lo usa molto, aspetta, sembra impaurita. Lei
ha tante qualità, ma deve servire di più al centro, deve rendere la
squadra più pericolosa con i primi tempi”.
Però,
si è vista una squadra decisamente migliore a livello mentale, con
difese più attente, più determinate.
“Le
ragazze stanno migliorando nel muro-difesa e nell'organizzazione,
specialmente nell'approccio mentale alla partita. Si battono di più,
giocano con maggiore passione. A mio parere, lo sport è prima di
tutto passione. E la passione nasce quando una squadra esprime una
buona difesa. E' la difesa che accende il tuo animo. Sta aumentando
anche la fiducia che – unita alla passione – aiuta a conquistare
buoni risultati. Che derivano dal tuo modo di lavorare e aiutano ad
avere maggiore autostima. Quando inizi a credere in te stesso, arriva
il resto. La scorsa settimana, prima della trasferta in casa del
Conegliano, la squadra ha lavorato veramente molto bene e io ho detto
alle ragazze: “Giocherete molto bene anche in partita, perché
avete dimostrato di credere nel lavoro fatto. Siete ultime in
classifica, ma non dovete pensare che le avversarie sono grandi
stelle. Sono donne come voi e devono dimostrare sul campo di essere
migliori. Di solito, quando le più forti affrontano le squadre di
classifica inferiore, la loro attenzione è più bassa, e così la
concentrazione. Dovete sapere cogliere anche la più piccola
opportunità per fare punti”. Le ragazze sono riuscite
nell'intento”.
Quando
Urbino ha annunciato la sua firma, Matteo Bertini ha espresso
bellissime parole nei suoi confronti. Sono quelle che aprono
l'articolo.
“Spero
anch'io di rimanere a lungo in Italia. Urbino ha aperto la porta,
dandomi la possibilità di allenare in un Paese che mi piace tanto.
Mi rendo conto che non è facile per un allenatore straniero trovare
squadra in Italia, dove il livello dei coach è molto elevato. Qui
avete tante possibilità di scegliere il meglio, perché ingaggiare
uno straniero? Allenare qui impone di essere un po' speciali. Io mi
auguro che Urbino possa migliorare, possibilmente tanto, partita dopo
partita. Non guardo risultati e classifica, perché altrimenti dovrei
dire che siamo davanti a un compito impossibile. Ma nello sport
niente è impossibile, anche se siamo chiamati a realizzare
tre-quattro miracoli per rimanere in A1. Pensiamo a lavorare duro,
poi vedremo cosa accadrà. Magari a incominciare da Novara. Vedremo
se la capolista ci concederà un'opportunità, che cercheremo di
cogliere. E così faremo con Piacenza... magari chiedendo un aiuto
alle mie connazionali Lise Van Hecke e Frauke Dirickx...”. Lo dice
esplodendo in una risata contagiosa, perché Jan De Brandt non ha
conquistato solo le giocatrici. L'aria è cambiata nel PalaMondolce,
dove non aleggia più la rassegnazione. Il coach belga vuole salvare
Urbino per restare in Italia, “dove – esclama salutando – ci
sono tante bellissime cose, non solo nello sport”. Ecco, una frase
così piacerà sicuramente a Matteo Renzi.
Prima,
però, c'è da cogliere al volo eventuali opportunità che potrebbe
lasciare l'Igor Gorgonzola Novara. Già, che sfida tra formaggi
stasera a Urbino (PalaMondolce, ore 20,30, diretta su Rai Sport 1). A
proposito: coach De Brandt, ha assaggiato la Casciotta?
Nessun commento:
Posta un commento