@LucianoMurgia
Matteo Bertini, come tutti i grandi allenatori, non s'accontenta mai |
PESARO –
Abituati troppo bene, abbiamo perso di vista che, sì, non era stata
la migliore partita dell'anno, ma il Volley Pesaro aveva appena vinto
la tredicesima partita consecutiva, facendo percorso netto, con
l'unica penalità – restando in tema concorsi equestri – di un
lieve sforamento del tempo a Orvieto, dove ha dovuto fare ricorso al
tie-break per tornare a casa con la vittoria.
Bene ha
fatto Francesca Bertozzi, responsabile dell'ufficio della società
pesarese, a ricordarlo mentre Matteo Bertini rispondeva ancora alle
domande dei giornalisti.
“Non ci
sono dubbi. Anzi, è un grosso merito avere vinto 3-0 nella giornata
in cui abbiamo giocato, probabilmente, la nostra peggiore partita.
Solo le grandi squadre fanno così. E comunque 38 punti su 39 sono
tanti. Adesso aspettiamo novità da Perugia...”. Lo ha detto come
se presagisse le difficoltà della Gecom Security nel derby con Todi.
E la più diretta inseguitrice, ancora seconda malgrado sia a quota
31 con Firenze - ci hanno raccontato dall'Umbria – per due set non
ha giocato, lasciando un punto alle cugine tuderti, allontanandosi di
un'altra lunghezza dalla vetta della classifica. Giustamente, Matteo
Bertini non s'accontenta delle vittorie, dei tre punti. Chiede di
più, pretende di più. E' una caratteristica comune ai grandi
allenatori, tanto che ci siamo permessi – visto che il coach
marottese è appassionato di basket – di raccontargli un aneddoto.
1973,
l'Ignis Varese conquista la sua terza Coppa dei Campioni,
sconfiggendo nella finale disputata a Liegi il Cska Mosca, la mitica
Armata Rossa. L'allenatore dell'Ignis è il Professore, al secolo
Aleksandar Nikolic Il giorno dopo il trionfo, arrivati all'aeroporto
di Malpensa, mentre tutta la squadra pensa di andare a casa, a
festeggiare, il Professor dice all'autista del pullman di dirigersi a
Masnago, al palasport, per una seduta d'allenamento. Ha vinto la
Coppa dei Campioni, ma non è soddisfatto del gioco.
Sperando che
il Professore – ingiustamente detto l'Orso della Bosnia - non
s'offenda con me per il paragone, Matteo Bertini non si è
entusiasmato più di tanto per un record che non assegna titoli, non
concede privilegi, tanto meno la promozione, ma non dimentica i
fatti...
“Fisicamente
non siamo al 100 per 100 perché adesso siamo attesi da una settimana
libera, in cui spingeremo ancora per mettere in corpo altra benzina
che ci consenta di arrivare fino in fondo”.
C'è
stato anche qualche merito del Proger Volley Friends, arrivato ben
preparato all'appuntamento.
“Vedendo
lo spiraglio, ci hanno creduto, come fanno tutte le squadre che
arrivano qui senza niente da perdere. Così aumentano le forze,
l'aggressività, la motivazione. Roma ha difeso tanto, rimanendo
aggrappata alla partita anche nel secondo set, quando sembrava
potessimo chiuderlo facilmente. I loro meriti sono indiscutibili,
altrettanto indiscutibili i nostri demeriti. E' stata la nostra
peggiore partita in attacco del girone d'andata”.
Avete
vinto 3-0 grazie al successo nel primo set. Un parziale perduto
poteva essere un bivio: scatenare la vostra reazione, il vostro
orgoglio, innescare le vostre qualità, oppure innervosirvi e
mettervi in ulteriore difficoltà. Avere annullato due palle set e
ribaltato il risultato grazie a due grandi colpi di Bellucci è stata
la chiave del netto successo?
“Non ci
sono dubbi. Il primo set ha indirizzato la partita, cambiandone la
storia. L'avessimo perso, ci attendeva una serata difficile, perché
giocare in rimonta sarebbe stato improbo, vista la nostra condizione.
Brave le ragazze a proporre alcune cose fatte bene, a spingere
sull'acceleratore, dopo un inizio orrendo in cui avevamo regalato
punti anche per via di una battuta poco insidiosa. Poi il servizio è
migliorato, ma ci mancava la solita qualità. Si spiegano solo così
i tanti errori, ma anche le piccole imprecisioni, comprese le difese
sulla palla piazzata, che ci hanno impedito di esprimere il nostro
gioco rapido”.
A
proposito di servizio: nell'ultimo set avete sbagliato 5 battute, una
in più del totale nei set precedenti. Ha chiesto lei di servire
corto?
“Alcuni
errori sono dovuti al fatto che comunque dovevamo rischiare, perché
abbiamo visto che con palla nelle mani fatichi con tutti. Uno degli
obiettivi era mettere in difficoltà la loro ricezione, anche con la
battuta tattica, corta. In qualche circostanza è andata bene, in
altre meno, ma se rischi, è normale sbagliare di più”.
Il
campionato osserva una giornata di riposo. Il vostro programma?
“Ci
rivediamo martedì e lavoriamo fino a venerdì. Giovedì sera, con
inizio del riscaldamento intorno alle ore 19,30, facciamo
un'amichevole con Moie. Quindi tre giorni liberi per ritrovarci il 3
febbraio e preparare la gara casalinga con San Giustino”.
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