@LucianoMurgia
Mirka Francia riceve l'omaggio di Bordignon e Di Iulio (Foto Eleonora Ioele) |
PESARO
– La bellezza della pallavolo non è solo la partita, la vittoria.
E' altro ancora... Dopo che Francesca Babbi ha messo giù l'ultima
palla, che ha sigillato il 3-0 finale su San Giustino, è bello vedere le ragazze del Volley Pesaro fare la fila per una fotografia o chiedere un autografo a un mito della pallavolo
femminile, Mirka Francia. Lei prima abbraccia Matteo Bertini, con cui
ha lavorato all'Eczabibaşi Istanbul, poi è molto disponibile,
gentilissima, anche davanti a una richiesta d'intervista.
Intanto
ci ha fatto piacere averla rivista all'opera...
“E'
passato un po' di tempo...”.
Ricorda
la finale scudetto 2008?
“Certo
che sì, Pesaro aveva una bella squadra...”.
Lei
fece di tutto per impedirle di vincere (19 punti in gara 1; 20 in
gara 2; 20 in gara 3), mettendo in forse fino all'ultimo il primo
scudetto pesarese.
“Ci
provai, come ci provo sempre. Pesaro ha avuto sempre una buona
qualità pallavolistica, anche adesso. E io ho bei ricordi.
Scendere in campo qui mi gasa, mi dà la carica e tanta voglia di
giocare a pallavolo”.
Lei
è sicuramente dispiaciuta per la sconfitta, ma è amica di Matteo
Bertini...
“Sì,
è vero, Matteo è stato anche mio allenatore e ci conosciamo bene.
Lui è un grandissimo coach e cura tanto l'aspetto tecnico e fisico
delle sue giocatrici. Mi ha fatto piacere rivederlo. In verità, ho
visto una bella squadra, che noi abbiamo provato a mettere in
difficoltà. Però – effettivamente – ci mancano punti fermi.
Vedremo in cosa possiamo migliorare”.
Ha
anticipato che Pesaro è una bella squadra: in particolare, cosa le è
piaciuto delle ragazze allenate da Bertini?
“E'
una squadra compatta, una squadra che lotta su ogni palla, forte in
tutti i fondamentali, con pochissimi punti deboli. In sintesi,
un'avversaria difficile da affrontare, perché fermi una giocatrice e
ne spunta un'altra. E' la forza di Pesaro: essere unite, una vera
squadra”. Beh, ricevere i complimenti da una delle più forti
giocatrici di sempre vale quanto una vittoria, anzi di più.
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