sabato 31 gennaio 2015

SUPER BOWL, E' L'EVENTO DELL'ANNO CON PATRIOTS E SEAHAWKS. IL 12 CONTRO IL 12° UOMO. UNA NOTTE CON GLI ANGELS PESARO

Toglietemi tutto ma non il mio…Brady

di LORENZO SCATIGNA
Tom Brady, quarterback dei Patriots (pagina Facebook)

Lo sport in Usa è una cosa maledettamente seria, come deve essere in una nazione che investe in tale settore migliaia di miliardi di dollari. Ed in questo ambito chi truffa o inganna la pagherà, eccome se la pagherà, ancor più che in altri contesti. Proprio come in Italia eh? Beh in Italia i governanti ci hanno ormai insegnato che fare i furbi è la regola ed essere onesti è l’eccezione. Ma lasciamo stare: questa sarebbe materia per altro romanzo.
Omettiamo anche al momento il doping conclamato e riconosciuto di Alex Rodriguez, al secolo A-Rod, battitore di punta degli arcinoti Yankees di New York, i quali intanto hanno rimandato al mittente le pubbliche scuse del loro - a questo punto presunto – fuoriclasse, in attesa di sviluppi, e concentriamoci sull’evento che nella notte (italiana) tra domenica e lunedì paralizzerà gli Stati Uniti nella loro totalità: il Superbowl, giunto alla sua 49esima edizione. Ovvero, il più grande spettacolo sportivo USA, il vero Natale americano, la più grande messa laica statunitense capace di unire e raccogliere davanti alla tv oltre 100 milioni dicasi 100, di telespettatori solo negli USA.
Tom Brady con la maglia numero 12

Come avrete intuito il Superbowl quindi non è solo un grande evento sportivo ma anche di costume sociale (solo una piccola percentuale di americani vedrà la partita nella solitudine della propria casa, oltre il 20% parteciperanno a “superbowl party”. Quanto mi rode quest’anno non potermela gustare in costume da bagno al Clevelander su Ocean Drive), di marketing e televisivo (consentitemi di darvi qualche dato a riguardo: rating alle stelle per la gioia della NBC che ha venduto ad oggi il 95% di spot televisivi disponibili alla modica cifra di 4,5 milioni di presidenti morti per 30 secondi di spazio. Ed ovviamente c’è stata la solita corsa delle più grandi multinazionali mondiali per presentare in anteprima nuove ed esclusive – e spesso bizzarre e creative – pubblicità durante appunto le pause della partita). E’ si perché, Glendale, la cittadina nel deserto dell’Arizona dove ha sede lo stadio dell’Università di Phoenix teatro della sfida di quest’anno tra i New England Patriots e i Seattle Seahawks, in questo week end a stelle e strisce oltre ad essere la Capitale dello sport americano sarà inoltre “the place to be”. Anche per i cantanti Katy Perry e Lenny Kravitz, protagonisti dell’attesissimo mini concerto che andrà in scena all’intervallo. Uno show nello show, le ultime due ad esibirsi furono Madonna nel 2012 e Beyoncé nel 2103. Questa è l’America, bellezza.
Ma torniamo alle frodi ed agli scandali, sì perché quest’anno a tener banco ed a scaldare oltremodo l’atmosfera nelle due settimane che precedono il Superbowl è stato il “DeflateGate” ovvero lo scandalo dei palloni (ovali) sgonfi che ha coinvolto i Patriots nel dopo partita del Conference Championship (cioè della semifinale playoff) dove hanno massacrato i Colts per 45 a 7, allorché si è scoperto che gli ovali utilizzati durante le azioni offensive dei New England erano meno gonfi del consentito consentendo così una presa migliore per il proprio quarterback, il divino Tom Brady (tenete questa icona aperta che poi ci torniamo) e per i suoi ricevitori. E quando si gioca all’aperto in condizioni climatiche proibitive ad una temperatura abbondantemente sotto lo zero come nel caso del match di 2 settimane fa al Gillette Stadium di Foxborough, Massachusetts, può essere un discreto vantaggio. Per difendersi dagli attacchi, Bill Belichick, l’allenatore che dal 1999 è alla guida dei Pats (succedendo a quel Pete Carroll che ora i guida proprio i campioni in carica di Seattle, tanto per aggiungere un po’ di carne al fuoco a questa avvincente sfida) nella conferenza stampa post sbarco a Glendale di martedì scorso ha ribattuto accusa su accusa che un’intera nazione sta riversando sulla squadra più odiata d’America, sostenendo di aver partecipato direttamente ai test in laboratorio che i Pats han sostenuto nella settimana dopo la partita incriminata per provare che in quelle condizioni atmosferiche gli ovali avrebbero “naturalmente” perso pressione allo strofinio delle mani dei giocatori. Ora mi domando: ma voi ce lo vedete Bill Belichick che invece di preparare la partita più importante dell’anno è lì in laboratorio col camice a fare test scientifici? No, e neanche gli americani se per questo, che sul web si sono divertiti a sbeffeggiarlo. Da oggi in poi chiamatelo pure “The Science Guy”.
A rimpolpare gli attacchi dell’ultim’ora ci si è messo pure Kurt Warren, ex portentoso Qb dei St. Louis Rams (in quella stagione meglio conosciuti come “The Greatest Show on Turf” ovverosia Il più grande spettacolo su un campo da football) che nel 2001 “regalarono” ai Pats ed a Tom Brady il primo titolo della loro storia e della sua carriera (punteggio finale 20-17 per i Pats), adducendo dei sinistri quanto non ben precisati dubbi su quella vittoria. A ruota ci si è messo anche l’ex GM degli allora Carolina Panthers, squadra sconfitta dai Pats per 32-29 nel Superbowl del 2003, riportando altri dubbi sulla validità di quel risultato. A ore si attende che qualche rappresentante dei Philadelphia Eagles, squadra perdente del Superbowl del 2004 vinto dai Pats per 24-21 esca e dica la sua.
Come vedete i New England saranno anche i “Patrioti”, non sono però di certo la squadra più amato ma sicuramente sono la franchigia del quindicennio: dal 2001 ad oggi hanno vinto 3 Superbowl, con back to back nel 2003 e 2004 (ultima squadra a riuscirci e a cui aspirano domenica i Seahawks), perdendone però due sanguinosi, sempre contro i Giants di Ely Manning (la grande nemesi di Brady), uno nel 2007 per 17 a 14, il più doloroso di tutti, quello che avrebbe coronato la “perfect season” (16 vinte – 0 perse in regular season più il 2 vinte 0 perse dei playoff), quello dell’ ”helmet-one hand catch” di Tyree e susseguente Td a 35” dal termine. A proposito, dimenticavo: quella partita è stata disputata allo stadio dell’Università di Phoenix, Glendale, Arizona. Corsi e riscorsi storici. L’altra sconfitta per 21 a 17 nel 2011. Titoli che se vinti avrebbero consegnato alla storia ed all’olimpo del football americano, a tener compagnia a veri e propri miti quali Terry Bradshaw e Joe Montana, il più grande QB degli ultimi 15 anni, al secolo Tom Brady, alla ricerca del suo quarto Superbowl e della consacrazione definitiva e legittima come uno dei più grandi di sempre.
Come si può evincere ho un discreto debole per questo giocatore che interpreta il ruolo più difficile in uno sport di per se disumano. Aggiungiamoci il fatto che oltre ricchissimo e molto famoso è anche belloccio. Ma soprattutto ogni sera quando spegne la luce dell'abat-jour della camera da letto per andare a dormire (forse) al suo fianco è stesa una delle donne più belle del mondo, che è anche sua moglie: quella super top model che risponde al nome di Gisele Bundchen. Brutto? La signora Brady che addirittura non bastassero tutte le sfighe (quali???) che circondano la loro vita di coppia, alla vigilia del Superbowl del 2011 è finita sulle pagine del New York Post con il testo di una mail spedita ad amici e parenti in cui chiedeva “le preghiere di tutti in una giornata davvero importante della vita e della carriera di mio marito”. Della serie: Dio è morto, Marx è morto e neanche io mi sento troppo bene. Non crediamo che quest’anno visto le condizioni in cui versa questo nostro povero globo terracqueo ripeterà l’exploit. Anche perché le preghiere furono appunto alquanto inascoltate.
Ma torniamo al marito dell’ex signorina Bundchen: io credo IMHO (in my humble opinion, nella mia modesta opinione) e spero che il suo appuntamento con la storia sia giunto. Se lo meriterebbe. Scelto al sesto (sì avete letto bene) giro del draft del 2000 dai Patriots, la sua carriera ebbe inizio alla seconda giornata della stagione 2001 quando un linebacker dei New York Jets mise fine alla stagione e minò la carriera dell’allora Qb titolare Drew Bladsoe (il cui fratello, Adam, decisamente meno talentuoso e dotato evoluì per un anno qui da noi in Italia nelle file degli Ancona Dolphins, scoprendo l’amore e la passione per il vino grazie alla quale oggi è diventato un abile uomo d’affari nel settore vinicolo), ma ci volle un po’ per prendere in mano il giochino per poi non fermarsi più: sconfitta all’esordio e partiti 0-2 in una stagione di 16 partite, dopo la decima i Pats avevano 5 partite vinte ed altrettante perse, con chance di playoff a grave rischio. In USA si parla spesso di “peaking at the right time”, ovvero della capacità di squadre e campioni di entrare in forma (o di “svoltare”) al momento giusto. Da lì in poi Tom Brady svoltò: 6 W consecutive, qualificazione alla post season, 2 vittorie ai playoff (la prima rocambolesca dopo un supplementare per 16 a 13 contro gli Oakland Raiders, sotto una tormenta di neve epocale in quella che viene tuttora ricordata come the “Blizzard Game”, “The Snow Bowl” o meglio “The Tuck Rule Game” dato il contestatissimo episodio che diede la vittoria ai Pats e che portò il board della NFL la stagione seguente a cancellare quella regola ingiusta nota appunto come Tuck Rule) e la conseguente vittoria da underdog al SuperBowl XXXVI contro l’attacco galattico dei Rams guidati dal sopracitato Kurt Warren. E’ vero che in quella partita lì fecero tutto i Rams stessi, con i 2 intercetti subiti da Warren e la straordinaria rimonta guidata da lui stesso. Ma poi fu Brady che con 1’30” rimasti sul cronometro e nessun time out a disposizione sul punteggio di 17 pari, a soli 24 anni, invece di congelare la partita e portarla ai supplementari ebbe il coraggio, alla sua tenerà età nella partita più importante e difficile dell’anno, di completare un drive da antologia portando i suoi in raggio da field goal per far sì che per Adam Vinatieri fosse un gioco da ragazzi centrare i pali mentre il cronometro passava lo zero e dare lo storico primo ed insperato trionfo ai New England. Fu eletto MVP del Superbowl. Era nato un campione, Snow Bowl o Tuck Rule che si voglia. Un campione con la C maiuscola e che domenica vorrebbe entrare nel mito, Marshall Lynch e Legion of Boom dei Seahawks permettendo. Ma Tom Brady attualmente, nonostante 14 stagioni alle spalle e tutte sulla cresta dell’onda è “the Best in the Business” cioè è ancora il meglio in circolazione. (poi della grandissima capacità degli americani di dare uno short name o un soprannome breve e azzeccatissimo a qualsiasi personaggio, cosa o fatto da rendere l’esatta idea di quel che è, sarà argomento di un prossimo post).
E’ vero che il Superbowl del 2001 fu il primo post 11 Settembre, e quindi non poteva non vincerlo la squadra del destino (i Patrioti appunto), fu anche il primo a disputarsi in Febbraio e da quell’edizione compresa in avanti, dato l’innalzamento delle misure di sicurezza seguente all’attacco terroristico alle Torri Gemelle, è considerato dal Dipartimento dell’Homeland Security (DHS) come Evento di Speciale Sicurezza Nazionale (NSSE)
Negli Usa anche quest’anno non tardano a farci sapere che per l’occasione del Superbowl verranno consumati più di un miliardotrecentomilioni e spiccioli litri di birra davanti alla partita dell’anno (con i quali ci si riempirebbero più di 500 piscine olimpioniche) e tante di quelle patatine da riempirci quasi 100 Boeing 747.
Bene, Luciano ed io ci limiteremo ad un paio di deliziosi panini d’autore ed a qualche eccellente birra IPA artigianale da Flamo al Tipo Pub in Viale Trieste.
Si comincia a mezzanotte e mezza ed il canale su cui sintonizzarsi è Fox Sports 2 HD, il canale 213. Quello che inoltre immagino è che sarà anche stavolta una partita con strettissimo margine di punteggio (come in tutti gli ultimi 5 Superbowl dei Pats: quattro con scarti di 3 punti ed uno di 4 punti). I Seahawks vogliono bissare il titolo dell’anno scorso, Marshall Lynch è uno dei più forti runningback della storia di questo sport, la Legion of Boom (cioè la secondaria dei Seahawks) fa paura e Richard Sherman turberebbe i sogni di qualsiasi Qb, ma la storia attende Tom Brady. Vedremo se questa volta ci entrerà. Da non perdere!

Vinca chiunque, purché sia... Seattle
Russell Wilson guida l'attacco dei Seahawks (pagina Facebook)

@LucianoMurgia
Inutile dirvi che il mio tifo è all'opposto: sogno il bis di Seattle, dei Seahawks di coach Peter Clay Carroll, detto Pete, che vincerebbe il secondo Super Bowl, dopo quello conquistato lo scorso anno, a spese dei Denver Broncos.
Una premessa: non amo il tifo contro, tifo sempre a favore, a patto che non ci sia di mezzo una squadra di Boston, che mi consente un'eccezione. E' tutto merito, anzi colpa, di Larry Bird. Sì, proprio lui, il campione dei Boston Celtics. Era ottobre 1988, a Madrid si giocava il McDonald's Open, con la squadra di casa, sì, quella che gioca con la “camiseta blanca”, le merengues, le meringhe, appunto, che schieravano il nuovo acquisto, Drazen Petrovic. E con i Boston Celtics di Larry Bird, Danny Ainge, Kevin McHale, Bob Parish, Dennis Johnson. E la Jugoslavia dei fantastici monelli, da Vlade Divac a Dino Radja, da Jure Zdovc a Tony Kukoc. E la Scavolini Pesaro campione d'Italia, quando il basket italiano aveva grande valore ed era rispettato in tutto il mondo. Inviato al seguito della squadra allenata da Valerio Bianchini, con Drew e Daye, Magnifico e Costa, Gracis e Zampolini, Minelli e Ferro, Pieri e Vecchiato, provai ad avvicinare Larry Bird per chiedergli un autografo . “E' per mia figlia” gli dissi. Non si degnò neppure di guardarmi, dall'alto dei suoi 2 metri e 6 centimetri, si limitò a rispondere: “Scordatelo”.
E pensare che il sabato sera, al party nel bellissimo Palacio de Cristal, nel Parque del Retiro, Danny Ainge (oggi general manager dei Celtics) e Kevin McHale (attuale allenatore di Houston, con cui collabora il pesarese Gianluca Pascucci, dirigente operativo dei Rockets), presentati dall'allora signora Daye, furono molto carini. Con Ainge, che scherzava con Matteo Minelli sul tiro in semigancio del giovane playmaker pesarese, parlammo addirittura di baseball. Si sorprese quando gli dissi che la Scavolini aveva sponsorizzato anche una squadra di baseball allenata da Joe Ferguson, che negli Usa era un mito e a Pesaro aveva causato la fine di una gloriosa storia.
Per farla più breve, malgrado la simpatia di Ainge e la gentilezza di McHale e soprattutto di coach K.C. Jones, da quel giorno tifo contro Boston, in tutti gli sport. Passi nel baseball, visto che tengo agli Yankees e i Red Sox sono rivali acerrimi dei Bomber del Bronx... Ma è così anche nel basket (tifo Philadelphia 76ers) e nel football (amo i Dallas Cowboys). Lo so, un po' mi vergogno, ma una delle gioie più grandi l'ho provata quando i New York Giants hanno superato i Patriots sia nel 2008 (17-14) sia nel 2012 (21-17), sfilando ai bostoniani due Super Bowl che sentivano già in cassaforte.
Domenica notte, vedrò "solo" Seattle, sperando che la sua difesa si confermi super e faccia meglio di quanto visto nella finale della NFC contro i Green Bay Packers. E magari che Russell Wilson non sfiguri davanti a Brady. Per mandare New England 3-5 (3 vinti e 5 persi) nel conto dei Super Bowl, confido molto in Marshawn Linch, il runningback che ha una storia opposta a Brady e anche ieri ha conquistato spazio per le non risposte nella conferenza stampa: “Sapete perché sono qui, per non pagare la multa” ha risposto a ogni domanda. Lui preferisce i fatti alle parole. E confido nelle ricezioni di Jermaine Kearse, nei tackle di Bobby Wagner, nei sack (i placcaggi sul qb avversario) di Cliff Avril e negli intercetti di Richard Sherman.
I tifosi di Seattle sono  il numero "12" (Pagina Facebook)

E nel tifo fantastico dei tifosi di Seattle, noti in tutto il mondo del football per essere i veri numeri “12”. Sperando che l'amico Roberto Gotta, bravissimo commentatore di Fox Sports 2, racconti una notte indimenticabile per i Seahawks. Sarà una lunga notte anche a Pesaro, dove esiste da più di 30 anni una squadra – e che squadra – di american football: Ranocchi Angels. protagonisti di due Super Bowl italiani. Il presidente Frank Fabbri ha organizzato una serata in compagnia, nel Circolo Caprilino, vicino al campo d'allenamento. “Saremo più di cento. Abbiamo invitato anche i giganti del basket e le pallavoliste del Volley Pesaro... L'anno scorso Musso era stato con noi”.
Nella speranza che...
“Non vinca New England, ah ah ah!”.

E allora non resta che urlare “Go twelve, go!”. Che non è un incoraggiamento al qb numero 12 dei Patriots, ma al tifo incredibile dei fans dei Seattle Seahawks.

giovedì 29 gennaio 2015

LORENZO SCATIGNA, L'AMERICA E' LA SUA CASA

@LucianoMurgia
Presentando appuntidisport.blogspot.it vi avevo anticipato che si sarebbe occupato di tanti sport, con attenzione particolare alle discipline a stelle e strisce.  E' possibile grazie a Lorenzo Scatigna, che divide con me il piacere di raccontare personaggi, storie, avvenimenti, di ieri e di oggi.

Lorenzo Scatigna,@lolloscat
Per 10 anni spalla tecnica per TVRS e Tv Centro Marche delle partite della VL Scavolini Basket Pesaro, o per dirla come piace più a me: "color commentator", dato che dei miei 8 anni come allenatore del settore giovanile della Vuelle stessa ormai nessuno, neanche il sottoscritto, ricordi quasi nulla. Passato da scout/recruiter per procuratori d'oltreoceano a collaboratore per alcune testate e siti web specializzati in materia baskettara quali: Dieci, TriplaDoppia.com, Gazzetta.it e Rivista Ufficiale NBA grazie alla quale ho potuto conoscere il mondo NBA dall'interno,"coprendo" 2 NBA ALL Star Game (Los Angeles '11 e Houston '13) e 5 NBA Finals (Los Angeles '09, Miami'11,'12,'13,'14). In perenne procinto di trasferirmi definitivamente a Miami Beach, dove tra una cosa e l'altra, copro ancora qualche partita degli Heat per Gazzetta.it.
Haywoode Workman
Lorenzo con l'ex Scavolini Workman, oggi arbitro Nba


Durante il mio incarico come responsabile dell'area "consumi sportivi" della Scuola Superiore del Loisir e degli Eventi di Comunicazione (istituto di ricerca e consulenza nell'area dei consumi vocazionali e dei "nuovi turismi") nel 2006 ho pubblicato una guida per sportivi extraordinari dal titolo: "Next Games", in quanto ritengo - tuttora - lo sport un settore che da diversi anni sta attraversando un processo di trasformazione continua (dalle pratiche, ai modelli di fruizione fino ai canali di diffusione) ingiustamente trascurato da chi per altri versi si occupa di innovazione e creatività.
Ah dimenticavo...tifo Milan e Los Angeles Lakers (Kobe), preferisco il Real al Barca, non disdegno i 49ers ma neanche Tom Brady, apprezzo gli Yankees ed odiavo i Big Three dei Miami Heat. Ma soprattutto adoro la Vuelle Pesaro.

ALESSIA GHILARDI E FABIANA CLAUDINO, IL VOLLEY CHE NON CI PIACE

di GIADA BIAGIOLI

Non sono giorni felicissimi per il volley nazionale ed internazionale, il “caso” Ghilardi ha mobilitato l’intera famiglia del volley che si è subito schierata al fianco della giocatrice di Ornavasso.
ALESSIA GHILARDI
Alessia Ghilardi

Alessia Ghilardi è stata ‘scaricata’ dal proprio club, la Metalleghe Sanitars Montichiari, senza preavviso, dopo un girone d’andata giocato più che egregiamente.
Alessia, neo-libero del team allenato da Barbieri, ha portato Montichiari non solo ad una salvezza ormai certa, ma ha sostenuto una seconda linea parecchio instabile.
Tutti, tifosi ed appassionati, si aspettavano dal mercato invernale della Metalleghe una nuova schiacciatrice, magari più dotata nei fondamentali di seconda linea, o al massimo un centrale più solido delle due giovani Alberti e Olivotto. Non è andata così, l’unico movimento in entrata registrato fino a questo momento è l’arrivo di Luna Carocci, da Piacenza dove, con l’arrivo di Cardullo, aveva perso la maglia da titolare.
L’arrivo dell’ex-urbinate ha conseguentemente portato all’addio di Ghilardi. La società ha motivato l’operazione facendo riferimento alla differenza anagrafica tra i due liberi, Alessia Ghilardi è classe 1979, mentre Luna Carocci 1988. Ok, ma quest’estate quando era il momento di costruire la squadra Alessia non aveva mica 22 anni! L’anno di nascita era lo stesso.
Oggi Ghilardi si trova senza squadra, a pochi giorni dalla chiusura del mercato, e sostituita –non ce ne voglia Luna, alla quale facciamo i migliori auguri per il proseguo di stagione – da una giocatrice che dati alla mano, fino ad ora, ha fatto peggio di lei.
Alessia con Maren Brinker (Rubin/LVF)

Evidentemente la società bresciana ha ritenuto che questa fosse la scelta migliore, noi pensiamo che l’ormai ex-libero di Montichiari, meritasse un trattamento diverso, un pizzico di riconoscenza in più per quello che fino ad oggi ha dimostrato in campo.
Ad obiettivi stagionali raggiunti e superati, forse questa scelta ‘a favore della linea verde’ poteva aspettare almeno l’estate.
Detto questo un grande in bocca al lupo ad entrambe, per il presente e per il futuro.

Riportiamo un altro triste episodio verificatosi nel mondo della pallavolo, questa volta in Brasile, durante la partita Minãs-Sesi.
Fabiana, bella e brava

La fortissima centrale e capitana della nazionale di Zè Roberto, Fabiana Marcelino Claudino, è stata vittima di un increscioso episodio di razzismo, riportiamo un suo post su Facebook:
Esperienza difficile e dura! Viverla nella mia città natale, è ancora peggio! Ieri durante la partita contro la squadra di Minas, un uomo ha sparato una mitragliata di insulti razzisti verso di me. “Scimmia vuoi la banana”, la scimmia gioca con le banane, tra le altre. Questo tipo di ignoranza mi ha colpito soprattutto perché la mia famiglia stava guardando la partita. Il signore è stato prontamente allontanato dalla palestra da parte della direzione del Minas Tênis Clube.
Apprezzo l’atteggiamento delle “mineire”, di non essere complici con queste sciocchezze. E questo Club, dove ho cominciato la mia storia e dove anche oggi ho cari amici. Ho riflettuto molto sulla divulgazione o no di questo episodio, ma credo che parlare di razzismo aiuti a mettere in discussione il mondo in cui viviamo e che vogliamo per i nostri figli. Non ho bisogno di essere rispettata perché sono un campionessa olimpica o per i titoli che ho vinto, che è una stronzata! Esigo rispetto perché sono Fabiana Marcelino, cittadina, un essere umano. La realtà dimostra che non sono la prima e non sarò l’ultima a soffrire per il razzismo, ma non bisogna arrendersi. Non si possono tollerare i pregiudizi nel XXI secolo. Questo Signore, mi rammarico profondamente che non pensi alle frustate che i nostri antenati hanno preso secoli fa. Non più odio! Non più intolleranza.”
Questo è il volley che non ci piace, questo non è volley. Queste cose non devono proprio accadere.

VOLLEY PESARO VINCE ANCHE IN AMICHEVOLE CON MOIE

@LucianoMurgia
VOLLEY PESARO – EDIL CECCACCI MOIE 3 -0
VOLLEY PESARO: Spadoni 4, Salvia 7 (3 muri), Zannini (L), Sestini 6 (1 bv; 2 muri), Concetti 4 (1 bv; 1 muro), Di Iulio, Battistelli, Bellucci 10 (1 bv), Battistoni 1 , Bordignon 4 (1 muro), Mezzasoma 7 (1 bv; 1 muro), Babbi 6 (1 muro). All. Bertini.
EDIL CECCACCI: Borgiani, Diaz, Vescovi, Tozzo, Cerioni ne, Maurizi, Cesaroni, Luciani, Ribichini, Pellicciari, Mercanti, Marcelloni. All. Pellini.
ARBITRI: Santin e Santoniccolo.
PARZIALI: 25-17; 25-20; 25-23.
STATISTICHE DI SQUADRA:
VOLLEY PESARO:
Battute sbagliate 3, battute vincenti 6. Muri fatti 9, muri subiti 1. Errori attacco 16.
MOIE:
Battute sbagliate 8, battute vincenti 4. Muri fatti 1, muri subiti 9. Errori attacco 14.
PESARO – Le ragazze del Volley Pesaro sanno solo vincere. Lo ha imparato anche l'Edil Ceccacci Moie, bella squadra che milita con profitto in serie B2 (è seconda nel girone F, dominato da San Giovanni in Marignano) e vanta nelle proprie fila Nicoletta Luciani, lunghissima esperienza tra A2 e A1, e l'alzatrice Moira Cerioni, anche lei una vita a cavallo tra le due massime categorie, ma anche in B1: Cerioni non ha giocato, lasciate in panchina per prudenza; al suo posto, Maurizi.
Coach Bertini ha dato ampio spazio a tutte le ragazze, utilizzandole almeno due set, con buone risposte fornite da chi gioca meno, iniziando da Martina Bordignon, protagonista di schiacciate devastanti, proseguendo con Sofia Spadoni, ormai una bella realtà, che ha mostrato una fast prepotente.
VOLLEY PESARO
Ilaria Battistoni e Sofia Spadoni, protagoniste contro Moie

Bene anche Ilaria Battistoni, autrice di alcune splendide difese e di un attacco di seconda intenzione che ha meritato l'applauso degli inguaribili appassionati, presenti anche il giovedì sera. Brava anche Marika Battistelli. E nota di merito per Gaia Concetti, che non si è arresa a un inizio assai problematico.
Un allenamento proficuo, prima del saluto per il fine settimana, che sarà lungo tre giorni, perché dopo il lavoro del venerdì le ragazze si ritroveranno martedì.
In verità, Bertini ha trovato anche il modo di arrabbiarsi.
“L'amichevole era importante per fare giocare tutte e verificare il lavoro fatto mercoledì, soprattutto su un particolare del gioco, l'attacco di cambio palla, che si è visto, anche se non così tanto. Mi sono arrabbiato quando ho visto poca attenzione, come domenica scorsa. Dobbiamo ritrovare la giusta concentrazione, la cattiveria, la determinazione, anche sulle scelte a muro. In poche parole, essere più sveglie. E' normale arrabbiarsi quando le cose non funzionano, se non giochiamo come sappiamo fare”.
Il primo set, aperto 5 a 1 con due battute sbagliate e un errore offensivo di Moie, ha visto la reazione di Luciani e compagne (9-7), quando non funzionava il contrattacco pesarese, seguita da un monologo di Sestini (suoi 3 degli ultimi 4 punti) che chiudeva sul 25-17. Un set da ricordare per avere rivisto una Salvia abbastanza pimpante. Il capitano è molto importante per le sorti della capolista, anche se Spadoni fa di tutto e di più per rimpiazzarla al meglio.
Nel secondo set buona partenza di Moie, che ha condotto prima 2 a 0, poi 6-4 e 10-8. Il miglior momento di Mezzasoma (compreso un servizio assai fortunoso: palla che tocca il nastro e cade beffardamente in campo avverso) ha propiziato il controbreak (12-10), ma il parziale è proseguito in perfetto equilibrio fino a l 17 pari, quando classe ed esperienza di Valentina Bellucci hanno scavato un fossato che Moie non ha saputo riempire.
MARTINA BORDIGNON
Martina Bordignon, prima osserva poi è protagonista

Il terzo set ha proposto in campo Battistoni al posto di Di Iulio, Concetti per Mezzasoma, Bordignon per Babbi, Spadoni al posto di Sestini, Battistelli a fare il libero con Zannini in panchina. E Bellucci chioccia delle compagne più giovani.
L'Edil Ceccacci ne ha approfittato per andare in fuga (1-4; 2-5), con Concetti in difficoltà (tre attacchi errati).
GAIA CONCETTI
Gaia Concetti, una reazione davvero formidabile

Dimostrando qualità e carattere, la giovane numero 5 ha saputo reagire e fare decisamente meglio in seguito. Le difese di Battistoni – due nella stessa azione hanno meritato l'applauso dei presenti – i colpi di fioretto di Bellucci, le sciabolate di Bordignon hanno consentito di recuperare, e dal 7-10 si è passati al 15-12. Notevole, nel frangente, una fast di Spadoni. Pesaro ha controllato il gioco, ma non ha chiuso e Moie ha impattato a 20. Un servizio vincente di Bellucci, una perentoria prima intenzione di Spadoni, un grande attacco di Bordignon e una seconda intenzione di Battistoni fissavano il 25-23 del set, il 3-0 finale.
Si giocava ancora, con in campo le più giovani. E ancora una volta finiva 25-23 per le pesaresi, esaltate da una super pipe di Martina Bordignon che regalava la palla set. Maurizi provava a pareggiare, ma rischiava di restare impigliata nella rete. Per fortuna, non si faceva male.

Un avvertimento: i punti e le altre voci statistiche si riferiscono ai primi tre set. 

VALENTINO MADRIDISTA, IL DESTRO DI BERLUSCONI, ZERO GALLIANI

@LucianoMurgia
Valentino Rossi, transitato in passato dal tifo per la Sampdoria a quello per l'Inter, oggi è diventato... merengue: “Voglio fare come il Real Madrid, che ha vinto la decima...” ha dichiarato durante la presentazione della nuova Yamaha. Per sua sfortuna, Marc Marquez – culé, come Jorge Lorenzo, tifoso blaugrana – sembra un po' meglio del recente Barcelona.
I quotidiani sportivi on line annunciano: Mattia Destro è in viaggio per Milano. Va a firmare per il Milan. Un... cognome perfetto per la squadra di Silvio Berlusconi.
Parma... cotto. Donadoni: “Chi scappa è un vigliacco”. La rosea si chiede: con chi ce l'ha? Con la proverbiale eleganza interviene Cassano: “Abbi fede Crisantemo”.
Serviti tutti i denigratori di Mino Raiola: “Quello è un pizzaiolo arricchito dal calcio”. Come se i pizzaioli non avessero il diritto d'arricchirsi. Lui, che gestisce Ibrahimovic, Balotelli e soprattutto il nuovo campione del calcio mondiale, al secolo Paul Pogba, ha dichiarato: “Paul è come Van Gogh, chi lo sa quanto vale?”. Van Gogh, non Messi o Ronaldo o Cristiano o Pelè o Maradona. Van Gogh!
Adriano Galliani? E' un famoso matematico che, già noto per la Teoria delle Luci (di Marsiglia) – occupandosi ogni tanto di calcio – ha inventato un nuovo Teorema: il Parametro Zero. Noto per avere brindato alle cessione di Pirlo alla Juve (dove Andrea – correggetemi se sbaglio – è a secco di vittorie), utilizzando i soldi risparmiati per ingaggiare Mexes, ovviamente a Parametro Zero, voleva Pogba – dice Raiola – ma per darlo in prestito al Genoa dell'amico Preziosi. Che strani giochi... Preziosi. Stai a vedere che Parametro Zero ha anche un altro significato... Sì, proprio quello che avete pensato.

Apple ha festeggiato una trimestrale – l'ultima del 2014 – da record che ha fatto registrare un utile netto di 10,2 miliardi di dollari. Ci credo, se al mondo ci sono tanti cretini come me che fanno cadere l'IPhone 6 e devono pagare 169 euro per cambiare lo schermo...

mercoledì 28 gennaio 2015

ORVIETO BATTE CASAL DE' PAZZI E IL VOLLEY PESARO CONSERVA 12 PUNTI SULLA QUARTA

@LucianoMurgia
Incantati da una fast che Maja Poljak ha fatto partire dal... terzo piano per spingere l'Eczacibaşi Istanbul allenato da Gianni Caprara a espugnare Omsk, ma anche da un pallonetto di Kasia Skowronska, che ha agevolato la rincorsa della Rabita Baku che era sotto 1-2 con la Chemik Police di Cuccarini, ma dopo avere pareggiato i conti si è arresa alle polacche.
Un pomeriggio davanti al computer, seguendo le dirette di Laola1.tv (ma quanto è bello ascoltare che si è in visione di “Laola-ains-ti-fau”), la televisione web grandissima amica della pallavolo femminile, ignorata dalla Rai e da Sky, in attesa di seguire il recupero dell'11^ giornata di andata tra Zambelli Orvieto e Volleyrò Casal de' Pazzi.
Grazie alla sempre puntuale collaborazione di Gabriele Tortorici, scoutman del Volleyrò, siamo in grado di offrire ai nostri lettori appassionati di pallavolo le statistiche complete della partita che si è conclusa con la vittoria di Orvieto (3-0) sul Volleyrò peraltro privo di giocatrici importanti a iniziare da Melli, ferma per un'infiammazione a una spalla.
ZAMBELLI: Fastellini (0/2), Tiberi 9 (4/10; 2 bv; 3 muri), Mazzini 1 (1/3), Rossini 9 (9/33), Kotlar 12 (9/15; 2 bv; 1 muro), Bigini ne, Andreani (L: ricezioni 9, errori 1, positiva 67%, perfetta 67%), Righi ne, Volpi ne, Piastra ne, Biccheri 13 (8/23; 4 bv; 1 muro), Ubertini 9 (7/30; 1 bv; 1 muro). All. Gobbini.
VOLLEYRO': Muzi ne, Ferrara (L: ricezioni 12, errori 1, positiva 92%, perfetta 83%), Bartolini 7 (4/10; 3 muri), Spinello (0/2), Provaroni 4 (2/26; 1 bv; 1 muro), De Meo, Kantor, Arciprete 16 (11/35; 2 bv; 3 muri), Pamio 12 (9/27; 3 muri), Dalla Rosa ne, Gradini 8 (5/6; 2 bv; 1 muro). All. Giangrossi.
PARZIALI: 25-23; 25-23; 25-13 in 88 minuti.
STATISTICHE DI SQUADRA:
Zambelli Orvieto:
Battute 78, errori 9, punti 9. Ricezioni 63, errori 5, positiva 60%, perfetta 41%. Attacchi 116, errori 9, muri subiti 11, punti 38, 33%. Muri fatti 6.
Volleyrò Casal de' Pazzi:
Battute 68, errori 6, punti 5. Ricezioni 67, errori 7, positiva 63%, perfetta 37%. Attacchi 106, errori 13, muri subiti 6, punti 31, 29%. Muri fatti 11.
La classifica aggiornata:
VOLLEY PESARO 38
Perugia e Firenze 31
Orvieto 26
Bologna 25
San Giustino e Todi 20
Capannori 19
Casal de' Pazzi (*) 16
Pagliare 13
Trevi 12
Roma 9
Rieti 7
Ostia 6
Dunque, con la disputa del recupero tra Orvieto e Casal de' Pazzi, è andato in archivio il girone d'andata. Le quattordici protagoniste del girone C sono attese dalle tredici partite del ritorno, che vedrà il Volley Pesaro iniziare con i favori del pronostico grazie al 13 su 13 dell'andata e ai 7 punti di vantaggio sulle due seconde. Fosse finito oggi, Pesaro, Perugia e Firenze sarebbero ammesse ai playoff, con le ragazze di Bertini direttamente in finale, contro la prima del girone D, con  eventuale bella in casa della squadra che ha conquistato più punti nella stagione regolare. La vincente è promossa in serie A2. La perdente disputa il playoff successivo contro la vincente della sfida tra seconde e terze classificate dei due gironi. Infatti, perugine e fiorentine se la vedrebbero – con playoff incrociato, seconda contro terza, e viceversa – con le pari classificate del girone meridionale.
Le ragazze del Volley Pesaro brave in campo e fuori: qui pubblicizzano il calendario

Manca ancora tanto tempo per i playoff che inizieranno il 16 maggio e termineranno il 14 giugno.
Ora è tempo di pensare a fare bene anche nel girone di ritorno, che inizierà sabato 7 febbraio (il Volley Pesaro giocherà domenica 8, alle ore 17, con San Giustino). Così, per prepararsi alla seconda parte della stagione, approfittando di un fine settimana di riposo, coach Bertini ha impostato il lavoro in due fasi: la prima, iniziata martedì 27, si concluderà venerdì, con il piacevole intermezzo in programma alle ore 20 di giovedì 29 gennaio, quando al PalaCampanara sarà ospite l'Edil Ceccacci Moie, squadre che occupa la seconda posizione nella classifica del girone F di serie B2, staccata di sole tre lunghezze dalla capolista San Giovanni in Marignano, un vero rullo compressore, visto che ha chiuso l'andata con 13 vittorie in altrettante partite e la bellezza di 39 set vinti e 2 soli persi. Moie ha perso una sola partita, quella con le romagnole.

Dopo l'allenamento di venerdì, le ragazze saranno lasciate libere per tre giorni, per ripresentarsi in palestra martedì 3 febbraio, quando inizierà il lavoro in vista della prima partita di ritorno.

FINAL FOUR DI COPPA ITALIA A RIMINI, QUANTI RIMPIANTI, MA IL VOLLEY PESARO SI FA AMARE ANCHE IN B1

@LucianoMurgia
Siamo onesti: un po' di rimpianto non non può mancare leggendo la notizia – diffusa dalla Lega Pallavolo Serie A Femminile – che “Sarà il 105 Stadium di Rimini a ospitare le Finali di Coppa Italia di Serie A Femminile, l'attesissimo evento organizzato da Lega Pallavolo e Master Group Sport che nel weekend del 28 febbraio-1 marzo racchiuderà in un'unica location il meglio del volley rosa di vertice”.
Foto Lega Pallavolo Serie A Femminile
Vi ricorda qualcosa questo incredibile muro? (dal sito Lega Pallavolo Femminile)

La grande pallavolo torna nella capitale del turismo a cinque anni di distanza da un'altra Final Four di Coppa Italia, che riscosse uno straordinario successo di pubblico: nel 2010 più di 4.500 persone assistettero alla finale tra MC-Carnaghi Villa Cortese e Foppapedretti Bergamo.
Allora, la Robur Pesaro, che nei quarti di finale aveva eliminato la Sirio Perugia, s'arrese in semifinale alla Foppapedretti Bergamo che aveva in panchina – vice dell'urbinate Lorenzo Micelli – l'allenatore del Volley Pesaro, Matteo Bertini.
Altri tempi, ecco il rimpianto. Ma anche l'orgoglio che in ogni caso la storia di Pesaro sarà ben rappresentata dalle quattro finaliste. Non dimenticando che il Volley Pesaro fa parlare di sé anche in serie B1, se è vero che proprio oggi Volleyball.it – sito specializzato – l'ha messo al primo posto nella Hit Parade della categoria femminile, precedendo Eurospin Ford Pinerolo e Lilliput Pallavolo, entrambe nel girone A.
Tornando alle Final Four di Coppa Italia, le magnifiche quattro devono essere scelte da questo tabellone:
Igor Gorgonzola Novara - Metalleghe Sanitars Montichiari (andata 1 febbraio a Montichiari, ritorno 4 febbraio a Novara)
Imoco Volley Conegliano - Foppapedretti Bergamo (andata a Bergamo, ritorno a Conegliano)
Liu Jo Modena - Nordmeccanica Rebecchi Piacenza (andata a Piacenza, ritorno a Modena)
Pomì Casalmaggiore - Unendo Yamamay Busto Arsizio (andata a Busto Arsizio, ritorno a Casalmaggiore).
La formula sarà quella adottata nelle ultime due edizioni. Oltre alla Final Four della 37^ Coppa Italia di Serie A1, si disputerà anche la Finale della 18^ Coppa Italia di Serie A2.

Un programma ricchissimo: sabato pomeriggio le due semifinali di A1, domenica le due finali.

martedì 27 gennaio 2015

VOLLEY B1: CAMPIONATO FERMO, MA ORVIETO E CASAL DE' PAZZI GIOCANO IL RECUPERO. PESARO ATTENDE: SARA' PIU' 13 O PIU' 12?

@LucianoMurgia
Volley Pesaro - Volleyrò
Il Volleyrò nella partita disputata contro il Volley Pesaro

Due settimane di riposo, senza gare ufficiali, ma in casa Volley Pesaro si lavora, eccome, in vista della seconda parte della stagione, del girone di ritorno che per le ragazze di Bertini inizierà domenica 8 febbraio, quando al PalaCampanara sarà di scena il San Giustino Umbro di Mirka Francia, una delle Signore del Volley mondiale. La sua presenza vale da sola il prezzo del biglietto, il piacere – che poi non è proprio così, e ce ne occuperemo presto – di andare a Campanara.
Due settimane di riposo attivo, ma non per tutte, perché Zambelli Orvieto e Volleyrò Casal de' Pazzi scendono in campo (mercoledì 28 gennaio, ore 18) per recuperare la partita valida per l'11^ giornata, in programma lo scorso 10 gennaio, non disputata causa gli impegni internazionali delle stelline del Volleyrò, convocate nella Nazionale Under 18 allenata da Mencarelli, orvietano di nascita, urbinate d'adozione. Un recupero che interessa, anche se non proprio da vicino, il Volley Pesaro.
In caso di vittoria piena le ragazze della Rupe si porterebbero a 26 punti, scavalcando l'Idea Volley Bologna, ferma a 25, insediandosi al quarto posto, staccate di 5 lunghezze dalla seconda piazza occupata da Perugia in coabitazione con Firenze. E il Volley Pesaro avrebbe 12 punti di margine.
Se invece a vincere fossero la ragazzine terribile allenate da Giangrossi, al termine del girone d'andata il Volley Pesaro avrebbe 13 lunghezze di vantaggio sul quarto posto. Insomma, quattro partite e un...tie-break perso a separare la capolista dalla prima esclusa dalla seconda fase. Un'ipoteca molto importante sulla partecipazione - almeno - ai playoff.

Due settimane di riposo per ricaricare le batterie. Contro il Proger Volley Friends Roma, le ragazze sono sembrate stanche. E non l'hanno nascosto. Non l'ha nascosto neppure coach Bertini, sottolineando il duro lavoro, anche ai pesi, effettuato dalle magnifiche dodici. Che hanno ripreso gli allenamenti martedì, per proseguire il lavoro fino a venerdì, prima di tre giorni liberi. Giovedì sera, alle ore 20, gli appassionati in crisi d'astinenza da pallavolo potranno interromperla seguendo l'amichevole tra il Volley Pesaro e l'Edil Ceccacci Moie, che partecipa con profitto al campionato di serie B2, girone F.

LA MUSICA DEI CHEAP WINE RENDE LA VITA PIU' BELLA. MERCOLEDI' "BEGGAR TOWN" A RADIO CAPITAL

@LucianoMurgia
Cheap Wine
I Cheap Wine, un gruppo da ascoltare, dal vivo e in cd (Foto Federico Sponza)

Non solo sport. Anche musica. Perché la musica è il cibo dell'anima. E aiuta a rendere la vita più bella. Come lo sport.
Perché Marco Diamantini, grande musicista, è stato compagno di viaggio nel mondo dello sport pesarese durante il periodo vissuto a La Gazzetta di Pesaro.
Marco e suo fratello Michele, Alan Giannini, Alessio Raffaelli e Andrea Giaro sono i Cheap Wine.
"Qualcosa di buono dobbiamo pure avere fatto in Italia per meritarci I Cheap Wine. In un paese dove la parola "meritocrazia" riempie solo le bocche di chi vuole suggestionare i più deboli di mente che vada tutto bene e che il "sogno Italiano" è ancora possibile, io sto con le parole, la musica e la coerenza di una band che col passare del tempo continua a stupirmi, a sorprendermi ed emozionarmi”.
L'ha scritto Lele Guerra, per Backstreets. Confesso d'essermi emozionato, leggendolo, perché conosco Marco Diamantini e, se non sono in grado di lanciarmi in critiche musicali, posso affermare senza timore di smentita che è una persona stupenda e avrebbe meritato altri riconoscimenti. Le parole di Lele Guerra fanno giustizia del silenzio ignobile che i grandi circuiti nutrono per il gruppo pesarese, amatissimo all'estero.
Pensate che una radio della Louisiana, “The Little Lighthouse”, ha votato Beggar Town, “La città dei mendicanti”, al 15° posto della classifica del 2014. Il disco dei Cheap Wine è l'unico italiano in classifica.
Per fortuna, anzi per merito, non mancano gli estimatori italiani, visto che il web-magazine “Cala-Land” ha eletto Beggar Town miglior disco del 2014.
Così, la sera del 28 gennaio, nel corso di “Sentieri Notturni”, noto programma condotto da Sergio Mancinelli sulle frequenze di Radio Capital dal lunedì al giovedì, dalle ore 22 alle 24 (è scritto nel palinsesto pubblicato sul web), sarà proposto il brano composto ed eseguito dai Cheap Wine.
La sera dopo, anzi le sere (due) dopo, il gruppo pesarese sarà a Livigno, in montagna, scaldare i cuori di chi vorrà ascoltarli al Marcos Pub.
Due concerti consecutivi nello stesso posto: è la prima volta per i Cheap Wine. Due concerti e due "scalette" totalmente differenti: nessuna canzone sarà suonata due volte”, raccontano loro, che poi andranno a Trento (sabato 31 gennaio, Bookique), quindi a Ivrea (6 febbraio, Zac) e la sera dopo a Pavia (Spazio Musica). Venerdì 13 marzo il ritorno nelle Marche, a San Ginesio, Teatro Leopardi. “Nel cuore delle Marche, con i grandi e "storici" Gang.
 Concerto acustico: i fratelli Severini e i Cheap Wine in trio.
Prima del concerto, nel foyer del teatro, le due band si intratterranno con i giornalisti Eddy Cilìa e Massimo Del Papa per conversare pubblicamente (e senza sconti) su musica, show business, dinamiche professionali, informazione, autonomia produttiva, ruolo della rete, crowfunding, situazione dei concerti ed altro ancora.
 L'evento è inserito nel ciclo "Teatro d'Inchiesta", a cura di Massimo del Papa.  Fra i due eventi, sarà anche possibile consumare una apericena. Una serata con concerto finale in compagnia dei Gang e i Cheap Wine, sopra e fuori dal palco. 
Un evento straordinario ed unico, da non lasciarsi sfuggire: si consiglia di prenotarsi per tempo, stante il numero di posti limitato.
 Info e prenotazioni: 347.0205759 - teatro.sanginesio@libero.it
Poi... poi vi racconteremo, magari proponendo le parole di Marco Diamantini e degli altri Cheap Wine.
E' possibile acquistare il nuovo album dei Cheap Wine. “Beggar Town”, nel sito ufficiale della band, con carta di credito, tramite il sistema Paypal (il più sicuro al mondo per le transazioni online). Ordinandolo a questo link http://www.cheapwine.net/acquista.asp lo riceverete nella vostra cassetta postale nel giro di due giorni.
Beggar Town” (distribuzione IRD) è arrivato a due anni di distanza da “Based On Lies” (2012). Con questa nuova opera i Cheap Wine festeggiano il 10° disco ufficiale e i 18 anni d'attività.
I Cheap Wine sono attivi dal 1997 e vantano la più lunga ed intensa storia di autoproduzione mai realizzata in Italia nell’ambito della musica rock. Nove album alle spalle, gratificati dai grandi consensi del pubblico e della critica specializzata, centinaia di concerti in Italia e all’estero, tante canzoni trasmesse da numerose emittenti radiofoniche in Europa e negli Stati Uniti hanno reso inossidabile la reputazione dei Cheap Wine, da molti considerati la più grande rock’n’roll band italiana. Ed è proprio la dimensione live il punto di forza dei Cheap Wine, che sul palco riescono ad esprimere appieno tutta la potenza del loro sound chitarristico, capace di sintetizzare, attraverso una lettura del tutto personale, 50 anni di musica rock. Energia allo stato puro, unita ad una padronanza tecnica straordinaria: un concerto dei Cheap Wine è sempre qualcosa di imperdibile.
Difficile, davvero difficile, non subire il fascino dei Cheap Wine. Per tanti motivi, tutti validissimi: si autoproducono in modo professionale, si danno molto da fare per promuovere al meglio la loro musica in Italia e all'estero, se ne strasbattono di non essere trendy, e, soprattutto, suonano alla grande, come ben pochi hanno fatto prima nella nostra Penisola. Sì, i Cheap Wine sono proprio un gruppo magnifico.
(Mucchio Selvaggio)
Cosa è il rock in Italia? Andate a vedere i Cheap Wine per capirlo. Una band che è rock come nessun'altra nel nostro paese. Una band impressionante per forza musicale e strumentale. Hanno un suono ormai loro che dal vivo fa venir voglia di saltare sui tavoli. Hanno un repertorio e un tiro da paura. E hanno un approccio ineccepibile, che sul palco mette la musica prima dell'ego. Questo dovrebbe essere il rock in Italia. Questi sono i Cheap Wine.
(Mescalina)
Un concerto elettrizzante, feroce, torrido, torrenziale e anche romantico. I Cheap Wine sono una grande rock’- n’roll band. (Buscadero)
Il doppio live, così come l’hanno concepito i Cheap Wine, è un monumento alla musica della band, è un'opera coraggiosa e preziosissima dove è racchiusa tutta la loro storia dal 1997 al 2010, 13 anni costellati di grande musica, di straordinaria passione e di incrollabile tenacia, una musica che è cresciuta, mutata, cambiata ma che ad ascoltarla adesso, tutta d’un fiato, non risente degli anni sulle spalle e risulta granitica, un marchio di fabbrica di una band che dimostra di aver raggiunto una grande personalità, una propria identità, una di quelle che l’ascolti e dici... azz!! i Cheap Wine.
(BackStreets)

I Cheap Wine ce l'hanno fatta e con “Stay Alive!” ci consegnano un album live che rimarrà nella storia del rock in Italia. (Buscadero) 

lunedì 26 gennaio 2015

VALENTINA TIROZZI DA' UNA MANO A URBINO, MA FIRENZE GUADAGNA UN ALTRO PUNTO SULLA ZETA SYSTEM

@LucianoMurgia
Valentina Tirozzi
Valentina Tirozzi, un'ex, ha dato 24... mani a Urbino (Foto Rubin/Lvf)

URBINO – ...Savino Del Bene Scandicci 20, Metalleghe Montichiari 19, Il Bisonte Firenze 15, Volley 2002 Forlì e Zeta System Urbino 4. Questa la nuova classifica dopo il posticipo del lunedì sera tra Il Bisonte Firenze e la Pomì Casalmaggiore.
Firenze ha guadagnato un altro punto su Urbino e la situazione, quando alla fine della stagione regolare mancano sette giornate, con in palio 21 punti, si è ulteriormente complicata per la squadra ducale.
Poteva andare peggio, perché dopo i primi due set Firenze conduceva nettamente sulla terza in classifica. L'ex capitano urbinate Chiara Negrini (14 punti con 12/34 offensivo e 2 muri), un'incontenibile Carmen Turlea (20 con 19/54 e una battuta vincente), l'ex pesarese Giulia Pascucci (16 con 13/37, 1 bv e 2 muri) e Raffaella Calloni (12 con 6/16 e addirittura 6 muri) avevano trascinato la squadra toscana sul 2 a 0 (25-19; 25-13).
Quando la partita sembrava avviarsi verso un secco 3-0, Casalmaggiore, tenendo fede alla pubblicità o così o Pomì, decideva che così non si poteva andare avanti, che era arrivata l'ora di giocare da Pomì.
Era Valentina Tirozzi (24 con 21/46 e 3 muri, anche senza i soli ace), sostenuta da Katarzyna Skorupa (4), a caricarsi sule spalle Casalmaggiore. La coppia di ex ducali sollecitava le compagne di squadra e così, vinto il terzo set (23-25), iniziava una clamorosa rimonta che sfociava prima nel 2 pari (20-25), fino al travolgente tie-break (5-15), grazie al contributo di altre due ex pesaresi, Serena Ortolani (14 con 14/29) e Lauren Gibbemeyer (5 con 5/11), unito a quello preziosissimo di Marika Bianchini (18 con 15/50, 2 bv e 1 muro), alla stupefacente prova a muro di Jovana Stevanovic, che con 9 muri punto impreziositi da un ace rimediava al mediocre 2/15 offensivo. Infine, 4 punti di Alessia Gennari (4/14).
Così', Firenze, che era a un sospiro da 3 punti che l'avrebbero portata a più 13 su Urbino, chiudendo probabilmente la storia delle retrocessioni, si è ritrovata in cassa un sol punto, che comunque ha aumentato il divario con le ultime due, Urbino e Forlì, sempre più vicine al baratro dalla serie A2.
Ci diceva coach De Brandt dopo l'amichevole di giovedì scorso con il Volley Pesaro che per salvare la Robur Tiboni servirebbero i miracoli. Forse, dopo il recupero del lunedì sera, ne occorrerebbe una serie. A incominciare da domenica, quando al PalaMondolce sarà ospite l'Unendo Yamamay, che nelle ultime tre partite ha conquistato 8 punti, vincendo anche a Novara, in casa della capolista Igor Gorgonzola. Ma ha perso la prima di ritorno a Scandicci.

VOLLEY PESARO, MATTEO BERTINI COME TUTTI I GRANDI ALLENATORI: NON S'ACCONTENTA MAI

@LucianoMurgia
Matteo Bertini, come tutti i grandi allenatori, non s'accontenta mai

PESARO – Abituati troppo bene, abbiamo perso di vista che, sì, non era stata la migliore partita dell'anno, ma il Volley Pesaro aveva appena vinto la tredicesima partita consecutiva, facendo percorso netto, con l'unica penalità – restando in tema concorsi equestri – di un lieve sforamento del tempo a Orvieto, dove ha dovuto fare ricorso al tie-break per tornare a casa con la vittoria.
Bene ha fatto Francesca Bertozzi, responsabile dell'ufficio della società pesarese, a ricordarlo mentre Matteo Bertini rispondeva ancora alle domande dei giornalisti.
Non ci sono dubbi. Anzi, è un grosso merito avere vinto 3-0 nella giornata in cui abbiamo giocato, probabilmente, la nostra peggiore partita. Solo le grandi squadre fanno così. E comunque 38 punti su 39 sono tanti. Adesso aspettiamo novità da Perugia...”. Lo ha detto come se presagisse le difficoltà della Gecom Security nel derby con Todi. E la più diretta inseguitrice, ancora seconda malgrado sia a quota 31 con Firenze - ci hanno raccontato dall'Umbria – per due set non ha giocato, lasciando un punto alle cugine tuderti, allontanandosi di un'altra lunghezza dalla vetta della classifica. Giustamente, Matteo Bertini non s'accontenta delle vittorie, dei tre punti. Chiede di più, pretende di più. E' una caratteristica comune ai grandi allenatori, tanto che ci siamo permessi – visto che il coach marottese è appassionato di basket – di raccontargli un aneddoto.
1973, l'Ignis Varese conquista la sua terza Coppa dei Campioni, sconfiggendo nella finale disputata a Liegi il Cska Mosca, la mitica Armata Rossa. L'allenatore dell'Ignis è il Professore, al secolo Aleksandar Nikolic Il giorno dopo il trionfo, arrivati all'aeroporto di Malpensa, mentre tutta la squadra pensa di andare a casa, a festeggiare, il Professor dice all'autista del pullman di dirigersi a Masnago, al palasport, per una seduta d'allenamento. Ha vinto la Coppa dei Campioni, ma non è soddisfatto del gioco.
Sperando che il Professore – ingiustamente detto l'Orso della Bosnia - non s'offenda con me per il paragone, Matteo Bertini non si è entusiasmato più di tanto per un record che non assegna titoli, non concede privilegi, tanto meno la promozione, ma non dimentica i fatti...
Fisicamente non siamo al 100 per 100 perché adesso siamo attesi da una settimana libera, in cui spingeremo ancora per mettere in corpo altra benzina che ci consenta di arrivare fino in fondo”.
C'è stato anche qualche merito del Proger Volley Friends, arrivato ben preparato all'appuntamento.
Vedendo lo spiraglio, ci hanno creduto, come fanno tutte le squadre che arrivano qui senza niente da perdere. Così aumentano le forze, l'aggressività, la motivazione. Roma ha difeso tanto, rimanendo aggrappata alla partita anche nel secondo set, quando sembrava potessimo chiuderlo facilmente. I loro meriti sono indiscutibili, altrettanto indiscutibili i nostri demeriti. E' stata la nostra peggiore partita in attacco del girone d'andata”.
Avete vinto 3-0 grazie al successo nel primo set. Un parziale perduto poteva essere un bivio: scatenare la vostra reazione, il vostro orgoglio, innescare le vostre qualità, oppure innervosirvi e mettervi in ulteriore difficoltà. Avere annullato due palle set e ribaltato il risultato grazie a due grandi colpi di Bellucci è stata la chiave del netto successo?
Non ci sono dubbi. Il primo set ha indirizzato la partita, cambiandone la storia. L'avessimo perso, ci attendeva una serata difficile, perché giocare in rimonta sarebbe stato improbo, vista la nostra condizione. Brave le ragazze a proporre alcune cose fatte bene, a spingere sull'acceleratore, dopo un inizio orrendo in cui avevamo regalato punti anche per via di una battuta poco insidiosa. Poi il servizio è migliorato, ma ci mancava la solita qualità. Si spiegano solo così i tanti errori, ma anche le piccole imprecisioni, comprese le difese sulla palla piazzata, che ci hanno impedito di esprimere il nostro gioco rapido”.
A proposito di servizio: nell'ultimo set avete sbagliato 5 battute, una in più del totale nei set precedenti. Ha chiesto lei di servire corto?
Alcuni errori sono dovuti al fatto che comunque dovevamo rischiare, perché abbiamo visto che con palla nelle mani fatichi con tutti. Uno degli obiettivi era mettere in difficoltà la loro ricezione, anche con la battuta tattica, corta. In qualche circostanza è andata bene, in altre meno, ma se rischi, è normale sbagliare di più”.
Il campionato osserva una giornata di riposo. Il vostro programma?

Ci rivediamo martedì e lavoriamo fino a venerdì. Giovedì sera, con inizio del riscaldamento intorno alle ore 19,30, facciamo un'amichevole con Moie. Quindi tre giorni liberi per ritrovarci il 3 febbraio e preparare la gara casalinga con San Giustino”.

VOLLEY PESARO, EREDE DI SANTA CROCE, PROVA A IMITARE LA VOLPE INGLESE

@LucianoMurgia
Volley Pesaro (pagina Facebook)
Dodici magnifiche ragazze per un 13 che fa sognare gli appassionati di pallavolo

PESARO – Il paragone potrebbe essere irriverente, ma ci sentiamo di proporlo: ricordate la scritta G.u.c. - acronimo di Giovani un c.... - tatuata sulle braccia delle colibrì che regalarono il primo scudetto del volley? Osservando la fotografia di Eleonora Ioele, che racconta – meglio d'ogni parola – l'orgoglio delle “colibrì” di oggi, abbiamo provato un brivido.
“Abbiamo fatto 13” hanno scritto Valentina Salvia e le sue splendide compagne. Una scritta che è l'ossimoro dei comportamenti tipici italiani, perché chi vinceva al Totocalcio (oggi mandato in pensione dal SuperEnalotto), facendo il sognato 13, lo urlava in camera da letto, magari soffocando perché la bocca era nascosta da un cuscino. Insomma, non lo urlava.
Il Volley Pesaro ha fatto 13 e ha tutto il diritto di urlarlo, ma io ho il dovere di correggere un errore sottolineato, con la matita rossa e blu, dall'allenatore Stefano Sassi, che era vice allenatore del Biancoforno Santa Croce (Pisa), che nella stagione 2006/07, disputando il girone C, quello che vede capolista la squadra allenata da Matteo Bertini, chiuse l'andata facendo 13 su 13 e totalizzò 39 punti, uno in più delle pesaresi. Da allora, nessuno aveva saputo imitare le formidabili toscane, che nel Volley Pesaro hanno trovate un degno erede.
Dato a Santa Croce quel che è del Santa Croce, applausi al Volley Pesaro, dai due presidenti Barbara Rossi e Giancarlo Sorbini allo staff tecnico sapientemente guidato da Matteo Bertini, da quello sanitario davvero all'avanguardia a tutti i collaboratori che portano ognuno un mattone alla costruzione della casa della pallavolo pesarese.
Applausi perché in tutta la serie B1 – femminile e maschile – solo Pinerolo (nel girone A del volley rosa) ha chiuso l'andata con un percorso netto. Nel girone B femminile, l'Emilbronzo 2000 di Castelnuovo Rangone (Modena) è in testa con 30 punti, in virtù di 10 vittorie e 23 sconfitte. Nel D, quello che interessa più da vicino Pesaro, è in vetta la Golem Software Palmi (Reggio Calabria), che di punti ne ha 29 (10 successi, 3 battute d'arresto). Da segnalare che in questo girone la pallavolo sta vivendo il dramma sportivo di una società - Brindisi – che – ha scritto il Corriere dello Sport - “ha seri problemi economici che l'hanno obbligata a rivedere il suo roster” cedendo Giada Boriassi, l'ex centrale del Volley Pesaro, ma anche – coincidenza curiosa – al Biancoforno Santa Croce, passata alla Volalto Caserta, ex squadra di Francesca Babbi.
Ancora una volta si conferma che Gaetano Donizetti aveva visto giusto, componendo – su libretto di Domenico Gilardoni, l'opera “Le convenienze e inconvenienze teatrali”. Se lo sport è (anche) un palcoscenico, Giada Boriassi ha dovuto fare i conti con le inconvenienze economiche, risolvendoli con la convenienza di trovare subito un'altra squadra, addirittura di serie A2.
A2... una parolina che oggi a Pesaro sembra magica e non è una casella da centrare giocando a battaglia navale, uno dei temi preferiti degli studenti “anta” durante le lezione più barbose. A2 è un obiettivo, un traguardo, una meta, raggiungibile se il Volley Pesaro farà... 26! E poi...
Meglio fermarsi qui, non per scaramanzia, ma per rispetto delle avversarie che faranno di tutto per recuperare lo svantaggio che le separa dalla capolista.
Quando la B1 tornerà in campo, il prossimo 7 febbraio, alla fine della stagione regolare mancheranno altre 13 partite, tre mesi di allenamenti, di gare, di trasferte, visto che la 26esima giornata è in programma sabato 9 maggio. Pesaro avrà 6 partite in casa (San Giustino, Orvieto, Perugia, Capannori, Bologna e Trevi) e 7 in trasferta (Firenze, Rieti, Ostia, Casal de' Pazzi, Pagliare, Todi e Roma).
Nei fatti, Firenze esclusa, tutte le pretendenti ai playoff, già superate in trasferta, dovranno giocare a Campanara.

Tre mesi da lepre, anzi da volpe, si spera fino in fondo, inseguita da una muta di cani. Con un vantaggio, come racconta una storiella inglese: la volpe lavora per sé; chi insegue, per chi gli dà da mangiare. E' una bella differenza, soprattutto se il vantaggio della volpe è di 7... miglia, pardon, di 7 punti.