venerdì 23 gennaio 2015

Jan De Brandt: "Salvare Urbino? Un miracolo, ma nello sport niente è impossibile. Complimenti al Volley Pesaro"

@LucianoMurgia
URBINO – Jan De Brandt tra Casciotta e Gorgonzola, nella speranza che arrivi il terzo risultato utile consecutivo che faccia risalire ulteriormente una squadra che due settimane fa sembrava condannata inesorabilmente alla retrocessione.
Matteo Bertini, allenatore del Volley Pesaro, aveva intuito che qualcosa sarebbe cambiata con l'arrivo di Jan De Brandt: “Prima di tutto Jan è una bravissima persona, molto piacevole da conoscere e frequentare, un uomo di grande cultura, innamorato di Marche e Umbria. Un bravissimo allenatore che ha avuto bellissime esperienze a Tenerife e Istanbul (Fenerbahce) e lo scorso anno al Voléro Zurigo. Ha allenato anche in Azerbaigian. Il suo curriculum è molto importante. Gli auguro di fare bene a Urbino. Sicuramente è arrivata una persona positiva. Spero rimanga parecchio in Italia perché il volley in generale ha bisogno di persone come Jan, ancora di più la pallavolo italiana”. E di lui ha avuto bisogno anche la Federazione Ungherese, che lo scorso marzo lo ha presentato ufficialmente quale allenatore della Nazionale magiara.
Jan De Brandt - Magyar Volleyball
La presentazione di Jan De Brandt allenatore dell'Ungheria (dal sito della Federazione magiara)
Jan De Brandt, allenatore belga della Zeta System, è arrivato a Urbino per realizzare un doppio sogno: salvare la Robur Tiboni, che prima del suo ingaggio era a zero punti e adesso ne ha 4; allenare a lungo in Italia.
Il primo compito è difficile, difficilissimo, perché per evitare la retrocessione deve recuperare tanti punti (oggi sono 10) al Bisonte Firenze, terzultimo in classifica, o comunque arrivare a meno 4 dalle toscane (o da chi occuperà la decima piazza al termine della stagione regolare) per poi giocarsi tutto in un playout al meglio di tre partite.
Abbiamo conosciuto di persona De Brandt giovedì, alla fine dell'amichevole tra Zeta System e Volley Pesaro. L'impressione ricavata in 6 minuti d'intervista è davvero super.
L'allenatore 55enne si è presentato con un'entusiasmo contagioso. Tutto è sembrato meno che un tecnico reduce da un amaro episodio, il divorzio con il club tedesco Rote Raben Vilsbiburg che partecipa alla Challenge Cup. Curioso: a Vilsbiburg è approdata la canadese Kyla Richey, liberata da Urbino.
E' stato un buonissimo allenamento – ha detto De Brandt subito dopo la fine dell'amichevole -, perché Pesaro ha un'ottima difesa, lavora bene al muro e pratica un gioco intelligente. Commette pochi errori e ha un eccellente contrattacco...”.
Soddisfatto della sua squadra?
Stasera (giovedì; ndr) no, non sono contento, non abbiamo eseguito abbastanza bene le nostre cose. Innanzitutto, servendo come una squadra di cadette. Io non riesco a immaginare che ci siamo allenate 20 ore in questa settimana e poi la nostra battuta è stata così carente. Perché giocare così impaurite in una partita amichevole? Cosa succederebbe se scendessimo in campo di fronte a migliaia di spettatori che ti guardano e ti fischiano mentre servi. Non puoi servire sotto la rete, andiamo! Il servizio è la sola opportunità che hai per mettere in difficoltà una ricezione che freme aspettando la palla. Tu ne hai il controllo e sei più forte. Dobbiamo costruire un servizio efficace, stabile. Devi respirare profondamente, magari palleggiare più volte, ma poi servire bene. Per quanto riguarda la qualità della ricezione, è stata superiore all'80 per cento, ma non siamo risultati abbastanza efficaci in attacco. I primi tempi non sono stati buoni e io voglio che si utilizzi di più questo attacco. Giulia Agostinetto non lo usa molto, aspetta, sembra impaurita. Lei ha tante qualità, ma deve servire di più al centro, deve rendere la squadra più pericolosa con i primi tempi”.
Però, si è vista una squadra decisamente migliore a livello mentale, con difese più attente, più determinate.
Le ragazze stanno migliorando nel muro-difesa e nell'organizzazione, specialmente nell'approccio mentale alla partita. Si battono di più, giocano con maggiore passione. A mio parere, lo sport è prima di tutto passione. E la passione nasce quando una squadra esprime una buona difesa. E' la difesa che accende il tuo animo. Sta aumentando anche la fiducia che – unita alla passione – aiuta a conquistare buoni risultati. Che derivano dal tuo modo di lavorare e aiutano ad avere maggiore autostima. Quando inizi a credere in te stesso, arriva il resto. La scorsa settimana, prima della trasferta in casa del Conegliano, la squadra ha lavorato veramente molto bene e io ho detto alle ragazze: “Giocherete molto bene anche in partita, perché avete dimostrato di credere nel lavoro fatto. Siete ultime in classifica, ma non dovete pensare che le avversarie sono grandi stelle. Sono donne come voi e devono dimostrare sul campo di essere migliori. Di solito, quando le più forti affrontano le squadre di classifica inferiore, la loro attenzione è più bassa, e così la concentrazione. Dovete sapere cogliere anche la più piccola opportunità per fare punti”. Le ragazze sono riuscite nell'intento”.
Quando Urbino ha annunciato la sua firma, Matteo Bertini ha espresso bellissime parole nei suoi confronti. Sono quelle che aprono l'articolo.
Spero anch'io di rimanere a lungo in Italia. Urbino ha aperto la porta, dandomi la possibilità di allenare in un Paese che mi piace tanto. Mi rendo conto che non è facile per un allenatore straniero trovare squadra in Italia, dove il livello dei coach è molto elevato. Qui avete tante possibilità di scegliere il meglio, perché ingaggiare uno straniero? Allenare qui impone di essere un po' speciali. Io mi auguro che Urbino possa migliorare, possibilmente tanto, partita dopo partita. Non guardo risultati e classifica, perché altrimenti dovrei dire che siamo davanti a un compito impossibile. Ma nello sport niente è impossibile, anche se siamo chiamati a realizzare tre-quattro miracoli per rimanere in A1. Pensiamo a lavorare duro, poi vedremo cosa accadrà. Magari a incominciare da Novara. Vedremo se la capolista ci concederà un'opportunità, che cercheremo di cogliere. E così faremo con Piacenza... magari chiedendo un aiuto alle mie connazionali Lise Van Hecke e Frauke Dirickx...”. Lo dice esplodendo in una risata contagiosa, perché Jan De Brandt non ha conquistato solo le giocatrici. L'aria è cambiata nel PalaMondolce, dove non aleggia più la rassegnazione. Il coach belga vuole salvare Urbino per restare in Italia, “dove – esclama salutando – ci sono tante bellissime cose, non solo nello sport”. Ecco, una frase così piacerà sicuramente a Matteo Renzi.
Prima, però, c'è da cogliere al volo eventuali opportunità che potrebbe lasciare l'Igor Gorgonzola Novara. Già, che sfida tra formaggi stasera a Urbino (PalaMondolce, ore 20,30, diretta su Rai Sport 1). A proposito: coach De Brandt, ha assaggiato la Casciotta?



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