L'allenatore fanese, protagonista della generazione dei fenomeni, all'Adriatic Arena per assistere agli allenamenti degli azzurri
Signori si
nasce. Paolo Tofoli è nato signore.
Stavamo
dimenticando – colpevolmente – di raccontare un episodio di cui
siamo stati testimoni oculari. Mercoledì sera, allenamento
dell'Italia sul taraflex dell'Adriatic Arena. Arriva Paolo Tofoli e
prende posto in tribuna. Una poltroncina assai defilata. Qualcuno
dell'organizzazione nota la presenza di colui che è stato
protagonista della più esaltante stagione della pallavolo italiana,
quella della generazione di fenomeni che ha portato la Nazionale
azzurra sul tetto del mondo. Il quasi 49enne fanese ha guidato
l'Italia allenata da Julio Velasco a tanti trionfi: due ori mondiali,
4 ori e 1 argento europei. Gli è mancato solo il podio più alto
alle Olimpiadi, dove si è “accontentato” di 2 argenti e 1
bronzo. Con le squadre di club ha vinto 3 scudetti, 1 Coppa Italia, 1
Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 3 Coppe Cev, 1 Supercoppa
europea. Da allenatore ha conquistato, alla guida della Scavolini
Pesaro, 1 Supercoppa italiana. Senza la “traditrice” Destinee
Hooker, avrebbe vinto uno scudetto, e sarebbe stato il quarto
consecutivo del volley femminile pesarese, e probabilmente una
Champions League. Forse la sua carriera sarebbe cambiata. Ma lasciato il femminile, ha portato Tuscania in serie A2.
Dunque,
Paolo Tofoli è uno che potrebbe camminare sulle acque della
pallavolo italiana... non solo italiana, in verità. Ma lui è un
signore e quando un addetto all'organizzazione della partita tra
Italia e Serbia lo ha raggiunto per dirgli che per lui c'era posto in
parterre, il campione cresciuto nella Virtus Fano ha risposto così:
“Grazie, vedo bene anche da qui”. Insomma, tra la passerella e un
posto defilato, ha preferito stare in tribuna. Perché signori si
nasce e la classe non si compra al supermercato.
O forse
Paolo voleva fermarsi lì dove sapeva l'avrebbe raggiunto Giancarlo
Sorbini, presidente del Volley Pesaro che anni fa aveva avuto
l'ingrato compito di esonerarlo per colpe che – ovviamente –
l'allenatore non aveva, visto che la squadra non era pari al valore
delle precedenti. Per farsi perdonare, Sorbo gli ha anticipato le
linee di mercato su cui si muove la società pesarese in vista del
ritorno in serie A2. Confessiamo: il nostro posto era vicino ai due e
abbiamo sentito molto, ma non ci piace riportare le cose che non ci
vengono dette direttamente.
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