Valentina Salvia fotografata da Eleonora Ioele |
La centrale toscana ha anteposto lo studio alla pallavolo, "ma il Volley Pesaro resterà sempre nel mio cuore"
@LucianoMurgia
"O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato, la
nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato...”.
Mi
piace pensare che le compagne di squadra abbiano salutato Valentina
Salvia recitando la poesia di Walt Whitman resa famosa da Robin
Williams, il meraviglioso professor Keating nel film L'attimo
fuggente. Una poesia scritta dopo l'assassinio di Abraham Lincoln,
presidente degli Stati Uniti d'America. Allora, il 1865, come oggi,
negli Usa si uccideva troppo facilmente con le pistole, con i fucili.
Mi
piace Walt Whitman e ancora oggi ringrazio di cuore Walter Veltroni
per averlo citato nella prefazione fatta al mio libro “Dietro i
canestri”. Adoro L'attimo fuggente e la magistrale interpretazione
di Robin Williams della figura del professor Keating. Mi sembrava
giusto legarla alla partenza di Valentina Salvia, l'ultimo Capitano
del Volley Pesaro,
Dunque,
il Capitano, anzi il “Mio Capitano” se ne va e la prossima
stagione avremo un nuovo Capitano a cui i Balusch dedicheranno il
coro caro alla centrale toscana...
“Quel
coro - “Un Capitano, c'è solo un Capitano" - mi ha regalato grandi
emozioni, anzi emozioni forti... Abbiamo vissuto, insieme, una
stagione stupenda, con un gruppo stupendo”.
Spesso,
le cronache sportive, riferite soprattutto, se non esclusivamente al
calcio, si beano di una frase che più che di circostanza è un
insulto all'intelligenza. Giocatori che cambiamo maglia a suon di
milioni, parlano – assecondati da giornalisti “slurp”,
leccapiedi - di “scelta di vita”. Che è vera nel caso della
nostra Valentina. Lei, con le compagne e lo staff tecnico, ha vinto
il campionato. Potrebbe giocare in A2, ma alla pallavolo antepone lo
studio. Valentina ha scelto di fare ciò che più le piace, pensando
al futuro, non al presente.
“Lo
spiegavo, qualche giorno fa, alla nostra co-presidente, Barbara
Rossi: sono arrivata a un bivio. Sapevo che prima o poi avrei dovuto
fare una scelta. Sabato ho finito gli esami, manca solo la tesi che
darò a fine ottobre. E' il momento di pensare al dopo, anche a
livello universitario. Voglio iscrivermi alla specialistica. Se tutto
andrà bene, la farò a Firenze. Lunedì proverò a rendermi conto di
persona di cosa mi attende. Già adesso, però, so che conciliare gli
impegni della serie A2 con la specialistica sarebbe folle. E
rischierei di non fare bene a scuola e nella pallavolo. A me piace
fare le cose bene, anzi alla perfezione. Non ho alternative, perché
nel mio futuro c'è il lavoro, un lavoro per cui ho scelto di
studiare, di impegnarmi. Il design è qualcosa di molto importante,
mi dà grandi soddisfazioni 365 giorni l'anno, supera addirittura la
passione. Non me la sento di lasciare lo studio per giocare in serie
A. In passato, quando non frequentavo, davo la priorità alla
pallavolo. Ora non più...”.
Che
cosa significa specialistica?
“Dà
ulteriore preparazione su design del prodotto, della comunicazione...
che poi sono le cose che mi piace fare...”.
Come
non condividere le emozioni, le speranze di Valentina. Sarà
possibile coniugarle con il volley giocato, sempre interessante anche
se non in serie A?
“Penso
di sì, ma al momento non so dove, anche se sarà un impegno più
tranquillo, perché osservando gli orari della specialistica dovrei
essere impegnata tutti i giorni, dalle ore 9,30 alle 18,30. Cercherò
di fare qualcosa per divertirmi, ma al momento non ci ho pensato. Di
sicuro sceglierò una squadra vicina all'università”.
Intanto
può archiviare la partecipazione al volley di alto livello con la
promozione. Non poteva esserci finale più bello.
“Credo
di avere raggiunto il massimo a livello di soddisfazioni individuali
e collettive. Mi sento appagata”.
Alle
fortune sportive, Valentina abbina il massimo che offre la vita:
studiare per fare il lavoro che si sogna.
“Sembra
incredibile, ma il 2015 è indimenticabile: è arrivata la
promozione, ho terminato gli esami, a ottobre mi laureo. Un anno
bellissimo!”.
Cosa
ritiene di avere lasciato alle compagne?
“Un
bagaglio di ricordi immenso. Resterà dentro ognuna di noi, nessuno
potrà cancellarlo”.
Secondo
lei chi sarà il nuovo capitano? Ha un'idea o preferisce astenersi?
“Ho
un'idea ben precisa, ma preferisco astenermi”.
Cosa
porterà nel cuore delle due stagioni pesaresi, oltre al risultato
sportivo?
“Sono
arrivata che nasceva la nuova società: l'abbraccio tra lo Snoopy e
il colibrì dava vita al Volley Pesaro. Come giocatrice sento di
essere nata anch'io con questo simbolo. Avere contribuito a fare la
storia di questa società rimarrà dentro il mio cuore”.
Se
qualche giocatrice contattata dal Volley Pesaro le chiedesse un
consiglio, cosa le direbbe per convincerla a rispondere sì?
“Di
andarci assolutamente perché la società è serissima, una vera
famiglia e a Pesaro si sta benissimo”.
Un
saluto ai tifosi?
“Ciao
Balusch, vi voglio bene”.
Grazie
di cuore, Capitano, e tanti auguri per una bellissima carriera ricca
di promozioni nel mondo del design.
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