@LucianoMurgia
Era
la squadra che aveva meno da chiedere alla 24esima giornata, al
contrario di altre per cui ogni punto poteva essere come una
borraccia d'acqua nel deserto. Eppure chi ha fatto meglio è ancora
il Volley Pesaro, tornata a casa con l'undicesima vittoria in 12
trasferte.
Mentre
cadevano Firenze, Orvieto e Perugia, ovvero le più immediate
inseguitrici, la squadra di Bertini stentava a Todi, è vero, ma alla
fine conquistava altri due punti, a conferma dell'imbattibilità nei
tie-break giunta a quota 4.
A
proposito di numeri: quello più importante di sabato 25 aprile è il
38, come gli anni che ha festeggiato Matteo Bertini, che in verità,
essendo la partita iniziata alle ore 21 e finita poco prima delle
23,30, ha rischiato di celebrare il compleanno il giorno dopo. Come se le ragazze avessero dimenticato la ricorrenza.
"Forse
non abbiamo affrontato l'impegno con la concentrazione necessaria. A
scusante delle ragazze, sottolineo che queste sono partite difficili
a livello mentale perché non c'è posta in palio per noi. Avevo
chiesto loro di stare concentrate, di tenere il ritmo alto, in
partita come in allenamento, perché ci attende un playoff a cui
presentarsi nel migliore dei modi. E' certo che a Todi non abbiamo
giocato la nostra migliore partita. Per prendere il ritmo giusto sono
serviti almeno un set e mezzo. Poi, una volta preso, l'abbiamo perso
nel quarto parziale. Ho chiesto alle ragazze di fare determinate
cose, ma non le facevamo. E' per questo motivo che ho cambiato il
libero, facendo uscire Sara Zannini, sostituendola con Marika
Battistelli: non c'era attenzione e non possiamo permettercelo, mai.
A maggiore ragione in questo periodo in cui l'attenzione deve essere
alta, sempre”.
Ci
sono stati momenti difficili, coincisi con pesanti break negativi.
Eppure, quando tutto sembrava congiurare contro, la sua squadra ha
reagito, mostrando carattere, dominando il quinto, decisivo set,
giocandolo da... Volley Pesaro.
"L'abbiamo
giocato normalmente, come sappiamo giocare noi, con grande senso
tattico, concentrate, facendo scelte precise, murando, difendendo.
Per quattro set non l'abbiamo fatto. E se fai il contrario di quel
che sai fare, le avversarie ti puniscono, come ha provato –
benissimo – Todi. La squadra umbra ha disputato un'ottima partita.
Però, a mio parere, noi abbiamo fatto molto male, non riuscendo a
uscire dalle rotazioni e concedendo break preoccupanti”.
Ci
ha colpito un particolare: durante i time-out, di solito voi
allenatori parlate con la palleggiatrice. A Todi, invece, lei ha
avuto un dialogo continuo con Elisa Mezzasoma, che non è stata
all'altezza della sua bravura, della sua classe.
"Non
so cosa avesse. Elisa ha iniziato a piazzare la palla, non facendo il
suo gioco. Lei deve tirare forte. A un certo punto, si è
innervosita. Poi ha ripreso a giocare come sa. Deve imparare che per
stare ad alto livello, anche superiore a questo, serve il coraggio di
tirare la palla anche se la traiettoria non è perfetta. Deve
imparare, da sola, anche da queste situazioni, uscendone con
coraggio”.
Coraggio
che non è mancato a Martina Bordignon.
"Ne
ha avuto molto e ha tirato i colpi giusti. In qualche occasione mi
sono arrabbiato con lei perché sceglieva male il colpo. In seguito è
stat più lucida e soprattutto ha lavorato bene al muro, facendo un
lavoro incredibile contro la fast avversaria, toccando la palla, ma
anche murando. Soprattutto ha ricevuto bene e difeso. Sono
fondamentali in cui Martina deve essere fenomenale perché lei è
giocatrice “piccola” che deve avere punti di forza in ricezione e
difesa. Sono contento per lei, perché dopo la prestazione così così
di Pagliare l'avevo riportata in panchina. A Todi è tornata in
campo, mostrando una bella reazione”.
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