I complimenti della centrale bolzanina al Volley Pesaro
@LucianoMurgia
Francesca,
facendo onore al cognome, è molto gentile, anzi Gentili. La partita
è finita da poco: Francesca saluta Matteo Bertini e gli fa i
complimenti. Il Volley Pesaro ha vinto e messo in cassaforte il
primato nel girone C. Bologna, che ha perso, ha dovuto rinunciare
all'Idea dei playoff. Magari la matematica concede ancora un
pensiero, ma - oggettivamente – da una squadra all'ultima spiaggia,
e non perché s'era concessa una domenica al mare, ci s'aspettava
assai più che un pur promettente break, l'8-1 con cui aveva provato
a mettere in dubbio il risultato del primo set.
Francesca dalla sua pagina Facebook |
"In
tutta sincerità – commenta la centrale di Bolzano da questa
stagione in forza all'Idea Volley Bologna – anche noi ci
aspettavamo tanto. Dovevamo mettercela tutta per rimanere in corsa
per i playoff, che erano il nostro obiettivo, invece...”.
Eccoli,
allora, i complimenti al Volley Pesaro, alla squadra allenata da
Matteo Bertini, che faceva parte dello staff tecnico azzurro della
Nazionale juniores campione d'Europa che schierava, appunto, anche
Francesca Gentili.
"Conoscete
tutti il valore della squadra che avevamo di fronte. Purtroppo, loro
sono partite in quarta, mentre noi abbiamo iniziato male. Il loro
gioco veloce ci ha messo in difficoltà, è innegabile. Pesaro non è
prima in classifica per caso: ha esperienza, classe e soprattutto non
sbaglia mai. Insomma, ci ha battuto una squadra molto completa. Al
contrario, noi sbagliamo spesso e siamo penalizzate da questi
errori...”.
Lei
ha provato ad affondare i colpi, per caricare la squadra, ma a
mancare – a nostro modesto parere – è stata proprio la squadra
nel suo complesso.
"Purtroppo,
abbiamo sbagliato tanto nei momenti decisivi. Basti pensare al
secondo set, quando siamo passate in un amen dal 15 pari al 25 a 15
per Pesaro. Sono arrivati un muro a uno, una palla fuori... tante
piccole cose che alla fine fanno la differenza...”.
A
tre giornate dalla fine della stagione regolare, è già tempo di
bilanci, ma anche di programmi. Francesca, lei cosa farà? Si fermerà
a Bologna? Cercherà di tornare più in alto?
"Non lo so. Vorrei sempre il meglio, ma a Bologna mi sono trovata
davvero bene e sono contenta della scelta, anche se l'obiettivo era
diverso. La stagione è andata così, ma sono soddisfatta del mio
impegno e credo di avere disputato un bel campionato. Al momento, il
proposito è di chiudere al meglio la stagione, poi si vedrà...”.
Novità da Urbino, dalla sua ex squadra? "Solo risposte negative. Provo fastidio, pensando che altre società sono serie e professionali"
Francesca
Gentili ha un passato alla Robur Tiboni Urbino. A proposito: dalla
città ducale ha ricevuto qualche notizia, almeno una cartolina, un
saluto?
Francesca
sorride, ma è un sorriso decisamente amaro, visto che
attende, ormai da anni, di ricevere quanto concordato con la società
ducale.
"Niente...
solo risposte negative. Non so più cosa pensare. Io sono sempre
speranzosa, purtroppo inutilmente. E non so più cosa dire di una
situazione brutta. Siamo giocatrici, soprattutto persone che sono
state usate. Provo fastidio. Anche perché in giro ci sono tante
società molto professionali, serie, che rispettano gli impegni. Mi
riferisco a Bologna, sempre puntuale nel mantenere gli accordi.
Invece, altre promettono, promettono ancora, ma alla fine non pagano
e tu non ricevi quanto concordato. Situazioni che fanno passare la
voglia di giocare, di allenarti, di dare tutto per la squadra”.
Come
non condividere queste parole, dette da una ragazza che pure è
amareggiata ma non parla con astio. Semplicemente racconta di avere
dato fiducia a dirigenti che l'hanno ripagata nel peggiore dei modi.
Attendiamo
con curiosità storie di recuperi, di ripescaggi, augurandoci, però, che
venga chiusa definitivamente la porta, e magari la finestra, a chi si
diverte alle spalle di giocatrici e tecnici che, in perfetta buona
fede, soprattutto da innamorati della pallavolo, concedono linee di
credito a dirigenti che hanno esaurito tutti i bonus di credibilità.
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