La
frase del giorno sono due parole e due numeri:
"Perfect”
(perfetta) e “unbeaten” (imbattuta) e 38 (thirtyeight) – 1
(one).
Sono
le parole e i numeri del giorno nello sport degli Stati Uniti
d'America, dove – pure se siamo già in aprile – prosegue “The
March Madness”. La follia di marzo, che altro non è che il torneo
di pallacanestro delle università, seguito quasi più della Nba.
L'altra
sera, nel Lucas Oil Stadium di Indianapolis, si sono disputate le
semifinali. Duke ha mantenuto il pronostico, superando Michigan State
(81-61) e qualificandosi per l'ennesima finale di coach K (Mike
Krzyzewski).
La
sorpresa è arrivata nella seconda semifinale, a cui Kentucky,
guidata da coach Calipari, si è presentata con un record di 38
vittorie e zero sconfitte. Magari non è per la legge dei grandi
numeri, ma a un passo, anzi a due passi, dalla stagione perfetta, è
arrivata la sconfitta, la prima, che però è quella definitiva.
I tifosi di Kentucky |
Sarebbe stato meglio se gli Wildcats ne avessero perso una durante la
stagione. Non è stato così, perché a Lexington sognavano la
stagione perfetta, che non è più “perfect” da sabato sera e gli
Wildcats non sono più “unbeaten”, imbattuti. Ora il loro record
è 38 – 1. Fantastico, ma inutile, anche se negli Usa hanno una
cultura sportiva assai più ricca della nostra e nessuno dirà a
Calipari e ai suoi ragazzi che sono dei perdenti. Nessuno lancerà
contro pomodori e uova.
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