domenica 26 aprile 2015

DOPO LA SCONFITTA BRUCIANO LE MAGLIETTE CELEBRATIVE

FINALE DI SERIE D TRA VOLLEY PESARO DIAMANTE E PUBLIESSE CANDIA
@LucianoMurgia
Pensiamo tutto il bene possibile del volley, in particolare di quello femminile. Sosteniamo che è un mondo così lontano da altri sport che riesce a riconciliare con il piacere di andare al palazzo dello sport.
Lo ribadiamo ancora, tornando da Todi dove abbiamo apprezzato la società umbra che ha accolto con grande ospitalità i tifosi pesaresi e il Volley Pesaro. Per intenderci, anche un piccolo rinfresco.

"Sacrilegio" al PalaSnoopy, in fiamme anche un cartello dei parcheggi riservati

Tornando da Todi, però, abbiamo appreso di una sorta di sacrilegio commesso al PalaSnoopy, dove sabato sera si giocava una partita importante: la gara di ritorno tra Volley Pesaro Diamante e Publiesse Candia per la promozione in serie C. Vinta la gara d'andata con un indiscutibile 3-0, forse in casa Publiesse qualcuno – non generalizziamo, richiamando ognuno alle proprie responsabilità – riteneva che anche il ritorno sarebbe stato una passeggiata, tanto da preparare i festeggiamenti. Ci sta, nello sport, dopo pochi secondi dalla conclusione di una finale, in una moda tipicamente americana, spuntano cappelli e magliette celebrative.
Al PalaSnoopy, però, è andata diversamente e il Volley Pesaro Diamante ha vinto 3-0 (25-14; 25-23; 25-14).
Un risultato che non è stato digerito, come vorrebbero le leggi dello sport.
Nel “tempio” della pallavolo femminile, in una casa dove il primo comandamento è la lealtà, il rispetto degli avversari, è stato commesso un sacrilegio. Che racconteremo fra poco.
Prima una premessa: era stata una partita tranquilla. Tanto che tifosi di entrambe le squadre hanno raggiunto la vicina pizzeria per mangiare qualcosa. Il tutto mentre alcuni tecnici di Pesaro e Candia esaminavano tranquillamente l'andamento della partita, con il secondo dorico che si complimentava con i colleghi pesaresi per l'approccio diverso rispetto all'andata, per la capacità di cambiare il corso della sfida.

Giancarlo Sorbini testimone oculare: un esposto alla Federazione regionale

Qualcuno s'accorge che qualcosa non va. E' in fiamme l'insegna di un parcheggio riservato, proprio dove è in sosta l'auto del presidente pesarese Giancarlo Sorbini. La co-presidente Barbara Rossi è a Todi.
Non è finita lì. Ci raccontano che il responsabile tecnico di Candia – visto dai presenti – appende le magliette celebrative preparate per la promozione in serie C, al momento saltata, le cosparge di liquido infiammabile e con un accendino le fa bruciare.
Siamo senza parole. Che insegnamenti possono trarre le ragazze di Candia? E quelle pesaresi, comprese quelle della prima squadra di ritorno da Todi nel cuore della notte?
Abbiamo saputo che la società pesarese presenterà un esposto alla Fipav regionale.
Deciderà in fretta, prima dello spareggio di mercoledì 29 aprile in casa della Publiesse, o consentirà a “Nerone” di continuare ad urlare “tanto nessuno mi ha visto, mica c'erano le telecamere?”, ignorando che il presidente Sorbini era lì, sgomento, ad osservare la scena.

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