@LucianoMurgia
La
rabbia e l'orgoglio. Anzi l'orgoglio e la rabbia, con tante scuse a
Oriana Fallaci se abusiamo di un suo titolo che ha fatto e continua a
fare storia per trasferirlo al mondo della pallavolo.
Ci sono persone che non si nascondono e amano dire le cose in
faccia. Meritano apprezzamento. Sempre. Si tratti della straordinaria
scrittrice fiorentina o di due giocatrici di volley.
Martina e Francesca |
Nel
nostro caso sono Francesca Babbi e Martina Bordignon, che subito dopo
la conclusione della partita vinta con Bologna, hanno manifestato una
giusta delusione per la cornice di pubblico in cui si è giocata la
partita che ha assegnato al Volley Pesaro il primato nel girone C, ma
anche il diritto a disputare in casa l'eventuale terza partita dei
playoff.
"Siamo
molto contente di avere conquistato il titolo di campionesse della
stagione regolare e allo stesso tempo anche il vantaggio nei
confronti della capolista del girone D, con cui ci confronteremo per
la promozione in A2 – dichiara Francesca Babbi -, ma rammaricate
dal fatto che a seguirci ci fosse un pubblico decisamente inferiore
alle attese. Sarà stata la bella giornata, ma una squadra che vince
e fa divertire meriterebbe di più. A mio parere è un peccato”.
Martina
Bordignon aggiunge: “Mi attendevo più attenzione da una città che
– sportivamente – non ha una squadra che ha saputo ottenere
risultati di altrettanto valore. Siamo prime del girone C e
giocheremo in casa la prima del playoff. Siamo molto dispiaciute di
vedere le tribune con tanti posti vuoti”.
Seguo
professionalmente lo sport pesarese da poco meno di 40 anni. In
passato ho raccontato i due scudetti e gli altri trofei della
Scavolini Basket, i due Super Bowl degli Angels, la scalata della
Scavolini Baseball alla vetta del batti e corri tricolore, il
tentativo dell'Athletic Club, sponsorizzato Scavolini, di portare a
Pesaro lo scudetto del tennis grazie ai fratelli Adriano e Claudio
Panatta, sono stato il primo radiocronista della Robur, quindi della
pallavolo femminile: spero mi sia consentito di esprimere un
pensiero. Chi era presente a Campanara merita ogni elogio; chi era
assente avrà le sue ragioni. Il passato insegna che accadeva anche
prima degli scudetti del volley, quando la “folla” si presentava
al momento di festeggiare, non di sostenere.
Nello
sport italiano le cose vanno così, purtroppo. Ancor più in una
città che ha una monocultura sportiva, che amo e non rinnego di
certo. Ma se la cultura è monocultura non è cultura. Meglio
prenderne atto ed evitare di farsi il sangue amaro, tanto la storia
sportiva insegna che noi italiani siamo i campioni del mondo nel
salto sul carro del vincitore, salvo scenderne al volo alle prime
sconfitte.
Immaginate
cosa accade se una società – seria, lungimirante, intelligente –
sceglie di rinunciare alla serie A1 e scende addirittura di due
categorie. O preferite una società che resta in A1, ma non paga gli
stipendi? Se vi capitasse di lavorare senza essere pagati, come
reagireste?
Vi
invitiamo, a tal proposito, a leggere già domani l'intervista che
abbiamo realizzato a fine gara con Francesca Gentili, centrale
dell'Idea Volley Bologna, ex Robur Tiboni Urbino.
Capisco
la delusione di Francesca e Martina, la rabbia dopo l'orgoglio per i
risultati raggiunti. Spero che Martina capisca il significato del mio
articolo. Anzi, ne sono certo. Invecchiare aiuta a smussare gli
angoli, magari ad avere un pochino d'esperienza.
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