Matteo
Bertini racconta le emozioni che gli hanno regalato le colibrì:
“precise, ordinate, vogliose, grintose: una squadra fantastica”
@LucianoMurgia
Il
premio partita è una... pizza nel ristorante del GeoVillage, dove si
respira un'atmosfera di grande gioia. Se ne fa interprete Matteo
Bertini, con le sue parole, con la sua voce che testimonia la
felicità del gruppo.
Gli
confessiamo che vedere – anche se a sprazzi – le immagini che
arrivavano da Olbia, è stata una grande emozione.
“Ero
emozionato anch'io. Abbiamo fatto una grande partita, forse la
migliore della stagione...”.
L'ho
scritto in cronaca, senza il forse.
“Ho
ancora i brividi. Ero lì e mi chiedevo: questa è la mia squadra? Lo
è, ed è stata fantastica. Le ragazze sono state precise, ordinate,
vogliose, grintose. Mai hanno abbassato la testa...”.
Si
commentano le prove delle singole. Gli propongo subito il nome di
Claudia Di Marino, che ha giocato come mi raccontava Francesca Rosa,
sua compagna a Casette.
“E'
stata bravissima. Pensi, poi, che a fine partita si lamentava di
qualche imprecisione...”.
Non
abbiamo parole per Arciprete.
“Lo
dico positivamente: è imbarazzante vedere come s'esprime pensando
che ha 18 anni. Ha attaccato mettendo in mostra tutti i colpi.
Semplicemente galattica. E aveva 37 di febbre, non era al meglio. Lo
racconto per spiegare che le sfighe non arrivano mai sole. Claudia
aveva un problemino a un ginocchio. Isabella ha accusato altrettanto,
durante il riscaldamento. Avevamo tanti problemi, magari piccoli, ma
c'erano. Solo che quando hai tanta adrenalina in corpo e sei così
carico e vuoi superare le difficoltà che hai subito, scavalchi tutti
gli ostacoli. Ci ha aiutato anche il fatto di non essere favoriti,
che ci ha consentito di giocare più libere mentalmente”.
Ci
saranno stati anche questi piccoli vantaggi psicologici, resta una
considerazione tecnica: avete obbligato Natalia Brussa, che
solitamente attacca con il 50 per cento, a metà della sua abituale
efficienza offensiva.
“E'
un tema fondamentale del nostro successo. Le ragazze sono state brave
in battuta, perché abbiamo messo in difficoltà, tanto in
difficoltà, la loro ricezione. E quando le altre hanno meno opzioni,
riusciamo a essere più precise. La svolta dopo il primo set, perché
nel parziale iniziale cadeva tutto nella nostra metà campo. Nei
fatti sono state due partite diverse...”.
Per
fortuna ci siamo goduti in streaming solo la parte più bella. Le
confessiamo che ci siamo esaltanti nella cavalcata finale. Un
crescendo rossiniano: suonavate la musica inebriante del Guillaume
Tell e la schiacciata finale di Elisa Mezzasoma è stata l'apoteosi,
l'autografo di una giocatrice che si era presentata alla serie A2 in
punta di piedi, ma ne è diventata grandissima protagonista. Con
un'aggiunta che gli altri opposti non hanno: Elisa difende.
“Ha
attaccato con il 53 per cento, facendo più punti (20 a 16) di
Brussa, ma con 18 attacchi in meno”.
Peccato
per la formula. Sarebbe stato bellissimo vivere la semifinale
all'interno della Final Four, un grande momento di festa della
pallavolo femminile.
“Vero,
ma è così. Io ho vissuto, da vice allenatore, l'atmosfera delle
Finali di Champions e di Coppa Italia. Mi sarebbe piaciuto che le
nostre ragazze potessero assaporare la bellezza di certi momenti. Ma
quest'anno è cambiata anche la formula dei quarti di finale: l'anno
scorso erano con gare di andata e ritorno, adesso una sola partita in
casa della migliore classificata. Però anche così ci siamo tolte
una grandissima soddisfazione. A proposito: siamo l'unica sfavorita
che è riuscita a passare il turno. Lo ripeto ancora una volta: le
ragazze sono state molto brave”.
E'
corretto sottolineare che Natalia Brussa era perplessa sul fatto che
Olbia fosse favorita contro il Volley Pesaro che l'aveva
impressionata positivamente già in campionato.
“E'
vero. Ammetto che forse Olbia, avendo vinto il primo set con una
relativa facilità, ha pensato che anche i set successivi sarebbero
stati altrettanto facili, ma noi eravamo lì con la testa e con il
cuore. E abbiamo evitato di ripetere i tanti errori commessi nel
primo set. Mi riferisco a qualche invasione di troppo, a qualche
attacco sbagliato. Errori che ci avevano penalizzato. Nei fatti,
abbiamo iniziato come avevamo finito con Trento. In seguito, gli
errori sono diminuiti, il gioco è migliorato e tutti i fondamentali
sono andati molto bene. Il risultato lo testimonia. Tenere un opposto
del valore di Brussa al 26 per cento non accade tutti i giorni. Forse
lei, che attacca tantissimi palloni, ha pagato le fatiche di due
partite ravvicinate, anche se è vero che noi eravamo reduci da
cinque set, da una lunga trasferta sulle spalle e avevamo più scorie
di loro”.
Non
solo: dovevate fare a meno di due giocatrici, e che giocatrici: due
elementi fondamentali del sestetto. Le avete sostituite
stupendamente, ma questo è il senno di poi, perché è ovvio che
giocare senza Babbi e Sestini è, in partenza, un pesante handicap.
“Sul
valore delle assenti non si può discutere. Però abbiamo sempre
detto che la nostra forza è avere in panchina ragazze che sono
pronte a entrare in ogni momento, anche nelle situazioni difficili,
e possono dare una svolta alla partita. Con Olbia non c'è stato
bisogno di ricorrere a chi non era in sestetto, a parte Sara Zannini,
che ha fatto un grande lavoro nei turni dietro al posto di Rita
Liliom. Tra l'altro, entrambe molto brave. Chi entra dimostra sempre
di avere qualcosa di importante da dare alla squadra. Lo ha
dimostrato, in passato, Martina Bordignon, e così Joelle M'Bra, che
ha fatto qualcosa di straordinario. Semmai, in questo momento, Joelle
ha il problema che la sua pari ruolo, Elisa Mezzasoma, sta esibendo
cose incredibili, grazie a una condizione psicofisica, ma anche
tecnica, davvero eccezionale. Con lei stiamo facendo una grande
lavoro tecnico”.
Avrei
un'idea: non è che la presenza di Joelle e le sue belle prestazioni
quando è stata chiamata in causa sono state un grande stimolo per
Elisa?
“Sicuramente.
Elisa sa che deve spingere, dare il massimo, perché ha dietro una
ragazza di valore. Il problema è mio, e ne sono felice, perché so
di avere a disposizione ragazze che s'allenano tanto e bene, provano
a migliorare ogni giorno e non sono mai soddisfatte. Come le ho
detto, nonostante sia stata protagonista di una bella partita, a fine
gara Claudia Di Marino era molto arrabbiata perché su qualche palla
poteva fare di più”.
Le
possiamo fare un rimprovero? Aveva confidato a Carlo, vostro super
tifoso, che avreste vinto 3 a 0.
“Ah
ah, è vero, ho esagerato, sono stato troppo ottimista, ma avevo
buone sensazioni. L'accoppiamento era difficile a livello logistico,
ma – tra virgolette - un po' più semplice dal punto di vista
tecnico. In realtà è stato così. Potevamo giocarcela, ce la siamo
giocata e anche essere sfavoriti ci ha aiutato”. In verità, ad
aiutarsi sono state le magnifiche colibrì, che tornano a casa
stasera, con arrivo al PalaSnoopy intorno alle 18. Appunti di Sport
sarà presente, per raccogliere le testimonianze delle ragazze, per
raccontare loro quanto è stata grande l'emozione provata seguendo la
partita di Olbia.
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