mercoledì 30 marzo 2016

"CON IL NUMERO 16, L'INGEGNER DI MARINO”



Claudia, centrale della myCicero Volley Pesaro, racconta il piacere di studiare e giocare a pallavolo, un bell'esempio per chi pratica sport

@LucianoMurgia
Con il numero 16... l'ingegnere Claudia Di Marinooooo!”.
Chissà come reagirebbe il pubblico del PalaCampanara se Gianfranco Ioele, pirotecnico speaker della myCicero Volley Pesaro, presentasse così la centrale fermana, 25 anni il prossimo 21 maggio.
Beh, dovrebbe farlo anche con Sara Zannini, da poco laureata in Economia. E con Alessia Ghilardi, dottore in Scienze Motorie. E con Rita Liliom, che si è laureata negli Stati Uniti d'America, studiando – e giocando - nella Kansas State University.
Pensate che Sara e Claudia vivono nello stesso appartamento, con Joelle M'Bra che si è presa un anno sabbatico, ma è spronata dalle compagne di squadra e d'abitazione a riprendere gli studi.
Che è quello che sta facendo Claudia, che due anni fa, nel luglio 2014, ha conseguito la laurea triennale, ma vuole completare gli studi...
Perché mi piace portare a termine ciò che incomincio e non voglio lasciare le cose a metà”.
Complimenti, Claudia, anche per essere arrivati a capire che il suo ruolo nella pallavolo non poteva che essere il centrale: chi meglio di un ingegnere per fare i muri?
Ah ah... Mi sono laureata in ingegneria edile, corso di laurea triennale e adesso sto affrontando la specialistica... Per prendere la prima laurea ho impiegato quattro anni”.
Claudia il giorno della laurea in ingegneria
Una curiosità, anzi un consiglio, un esempio per altre sportive o sportivi: come è riuscita a coniugare l'impegno nello studio con quello sportivo.
Sono stata fortunata: ho giocato per cinque anni nell'Azzurra Casette d'Ete (che purtroppo è scomparsa dalla sera alla mattina, ahi noi, pur avendo rappresentato una splendida realtà pallavolistica in serie B1; ndr): Praticamente giocavo a casa...”, perché Claudia è fermana...
Sì, 20 minuti da casa mia. Ci allenavamo la sera, così al mattino riuscivo a raggiungere Ancona per frequentare le lezioni. In questo modo potevo conciliare il piacere per lo studio e la passione per la pallavolo, visto che gli allenamenti si svolgevano dalle 19-19,30 in poi. E' vero che qualche volta facevamo i pesi la mattina, ma ho seguito tranquillamente le lezioni grazie alla vicinanza con l'università, così come potevo allenarmi la sera perché Casette era a pochi minuti da Fermo. Dopo avere frequentato assiduamente i tre anni di corso, ho avuto qualche problema per la tesi che ho dovuto rinviare di qualche mese”.
Non per mancanza di voglia. Purtroppo, mentre s'accingeva a concludere il corso di studi, rispettando il programma, Claudia si infortunò durante una sfortunata trasferta a Olbia.
Non solo non potevo giocare, ma fui obbligata a rallentare anche l'impegno scolastico. Il primo mese dopo l'infortunio fu brutto. Ero bloccata a letto, sentivo dolore. Gli esami erano quasi finiti, dovevo fare il tirocinio che mi obbligava ad andare ad Ancona per seguire le sperimentazioni in laboratorio. Impossibile, viste le mie condizioni: ero ingessata e non potevo guidare. Il tempo l'ho perso lì”.
Ecco perché quest'anno si è vendicata – sportivamente, ovvio – disputando una grande partita nei quarti di finale di Coppa Italia, sostituendo egregiamente Diletta Sestini, rimasta a Pesaro per un problema alla schiena.
Scendere in campo dove mi ero fatta male è stata un'emozione fortissima. Era la mia prima partita da titolare in serie A2, vincerla a Olbia, guadagnando la qualificazione alla semifinale, ha rappresentato una sorta di liberazione, una grande soddisfazione personale. E' stato uno dei momenti più belli da quando gioco a pallavolo”.
Ricordo bene il suo infortunio, perché intervistai Francesca Rosa, centrale pergolese, sua compagna di squadra a Casette. Francesca era dispiaciutissima per il suo infortunio. Intanto a livello personale, per la stima che nutriva per lei, e perché Casette perdeva una giocatrice importante, tanto che, dopo Olbia, l'Azzurra accusò non poche difficoltà.
Stavamo facendo bene, tanto che potevamo giocarci i playoff con Olbia. Era una partita attesissima. Vincemmo il primo set. Eravamo avanti anche nel secondo, quando m'infortunai. Le mie compagne ebbero una grande reazione, ma perdemmo al tie-break”.
I miei ricordi universitari risalgono al... Medio Evo e potrebbero farmi dire un'eresia. Quando ero iscritto al primo anno d'ingegneria, le studentesse erano davvero poche. Claudia, perché ha scelto ingegneria edile?
Inizialmente, ero indecisa tra ingegneria meccanica ed edile. A meccanica erano veramente tutti maschi. Io ho una grande passione per il disegno tecnico e l'edilizia, un mondo che mi affascina da sempre. In verità, ci sono tante studentesse, direi 60 per 100 maschi, 40 per 100 femmine”.
E perché la pallavolo?
Era l'ultimo sport rimasto a mia disposizione, dopo avere fatto danza e ginnastica artistica, ma anche atletica. Mia sorella giocava a volley e un allenatore le diceva: “Porta tua sorella, che è alta”. Decisi di provare che ero già in terza media, o forse in prima superiore. Tra l'altro, ero iscritta anche al Conservatorio e suonavo pianoforte. Le due cose mal si conciliavano. Decisi di occuparmi solo di pallavolo, quasi per esclusione. Invece, ho studiato ingegneria perché sono portata per le materie scientifiche. Mia sorella ha studiato ingegneria gestionale, così ho seguito le sue orme, anche se a me piace soprattutto la matematica”.
Una qualità che va d'accordo con la pallavolo, sport di numeri.
E' vero, mi piace inquadrare subito le situazioni”.
Claudia fotografata da Eleonora Ioele
Claudia è soddisfatta, giustamente.
Intanto ho preso la laurea triennale. Mancano sette esami per la specialistica. La scorsa settimana ho dato un parziale. Ma quest'anno ho rallentato un po' perché voglio vivere nel migliore dei modi la grande opportunità offertami dal Volley Pesaro: un'esperienza bellissima”.
Presumo che il suo futuro sarà lontano dalla pallavolo...
Partiamo dall'oggi: la chiamata ricevuta da Pesaro è stata inaspettata; la sto vivendo con entusiasmo. Vedremo cosa mi verrà proposto per la prossima stagione, se ci saranno offerte ed eventualmente quale decisione prenderò. Fino all'anno scorso la pallavolo rappresentava una parte importante nella mia vita, che però comprendeva anche lo studio. Dopo questa stagione, non ho certezze. Potrei mettere da parte, per un attimo, lo studio, ma di sicuro finirò la specialistica, che sia l'anno prossimo o quello successivo: non mi piace lasciare le cose a metà”.
Non è facile allenarsi tutti i giorni, mattina e sera, affrontare lunghe trasferte e trovare il tempo per studiare. Però, anche a Casette, pure se in B1, eravate ugualmente impegnate.
L'Azzurra ha allestito sempre squadre competitive, con ragazze in gamba che lavoravano tanto, con grande professionalità. In palestra si stava veramente bene, l'ambiente era sereno, ci piaceva allenarci”.

La chiamata della myCicero è giunta inaspettata. Mi piace tutto di Pesaro, qui si vive benissimo”

Sorpresa dalla chiamata del Volley Pesaro. Dopo sette mesi qui, quale giudizio dà?
Sono davvero contenta di essere in questa squadra, in questa società. Mi piace tutto di Pesaro: è una bellissima città a misura d'uomo; qui si vive benissimo. E mi trovo molto bene anche nell'appartamento, con Sara e Joelle. In palestra si lavora tanto e il livello è alto, molto più alto di quello della scorsa stagione (vissuta a Pagliare; ndr). Tutto ciò è importante per una mia crescita personale. Quando ho avuto spazio, mi sono tolta qualche soddisfazione... Sto proprio bene qui”.
Claudia in maglia myCicero
Domenica giocherete a Filottrano, ospiti della Lardini che è avversaria diretta della myCicero per la conquista della quarta piazza e in passato è stata ostica rivale dell'Azzurra Casette.
Sono convinta che sarà una bellissima partita, e non solo perché è un derby. Abbiamo entrambe bisogno di punti, ma noi vogliamo la rivincita dopo avere perso l'andata al quinto set. Espugnare il campo della Lardini sarebbe fantastico, perché significherebbe la nona vittoria consecutiva...”.
E lei che suonava il pianoforte conosce bene il significato della nona, sia quella composta da Gustav Mahler, sia da Ludwig van Beethoven.
Noi ce la metteremo tutta, scenderemo in campo motivatissime”.
Contro centrali di grande valore, quali Cogliandro e Giuliodori, Claudia è pronta a fare la sua parte se Matteo Bertini deciderà d'utilizzarla. In ogni caso, le sue compagne di reparto, Federica Mastrodicasa e Diletta Sestini, sanno che c'è un'ingegnere pronta a spiegare come si tira su un grande muro per bloccare il potenziale offensivo di Eleni Kiosi e delle altre ragazze a disposizione di coach Andrea Pistola.






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