Portavia, il suo assistente Andrea Pantieri e le Under 16 campionesse provinciali |
@LucianoMurgia
La
gioia e il dolore. Sentimenti contrastanti nell'anima di Gigi
Portavia, allenatore dell'Under 16 Snoopy che domenica, ad
Acqualagna, ha vinto il titolo provinciale a poche ore dalla notizia
della tragica morte, a Miami, di Davide Bronzini, 31 anni, ex
giocatore di pallavolo, soprattutto un amico. Davide è stato
investito da un'auto pirata.
"Ho
allenato la sorella, ma anche giocato insieme con Davide. E' stata
una bruttissima notizia per la sua famiglia, per Marotta. Credetemi,
si dice sempre così, che si trattava di un bravissimo ragazzo, ma
nel caso di Davide è tutto vero. Ha fatto parte della mia
generazione, di tanti ragazzi cresciuti con la pallavolo. Provo un
grandissimo dispiacere”.
E'
un titolo provinciale, a qualcuno potrebbe sembrare poca cosa. Non è
così. Intanto mettetevi nei panni delle ragazze, pensate ai tanti
allenamento fatti, ai sacrifici e vedrete che quella appesa al collo
è una medaglia importante. Vero Portavia?
"Anche
perché vincere non è mai facile. Per noi è un punto di partenza.
Adesso proveremo a fare il meglio possibile nelle finali
regionali...”.
Dove
e quando si svolgeranno?
"Intanto,
sono precedute da un preliminare che vedrà protagoniste le quattro
squadre finaliste del campionato provinciale: un turno diviso in tre
giornate, l'8-15-22 aprile. Si tratta di un girone a tre che
promuoverà due squadre. Mercoledì conosceremo le date dei nostri
impegni”.
Alla
guida dell'Under 16 Snoopy, principale collaboratore di Matteo
Bertini nel Volley Pesaro, praticamente vive in... palestra.
"Già,
anche il lunedì, quando la prima squadra riposa, io sono al lavoro
con le mie ragazzine...”.
Un primo piano sulla panchina del Volley Pesaro di serie B1 |
Credo
sia una soddisfazione vedere crescere le giovanissime pallavoliste.
"Soprattutto
mi piace tantissimo lavorare con le Under 16. La soddisfazione è
vedere la loro crescita e che il percorso iniziato l'anno scorso
incomincia a dare i primi frutti”.
In
passato, la pallavolo femminile in provincia parlava soprattutto
fanese. Fra le tante squadre che ho seguito, ne ricordo una che
allineava una Portavia... Non è che...
"La
risposta è esatta: è mia zia, sorella di mio padre”.
La
pallavolo è una caratteristica imprescindibile della vostra
famiglia. Il merito del suo impegno è della zia?
"No,
perché io ho giocato a calcio fino a 17 anni. Poi, in seguito a un
problema a un ginocchio e poiché tutti i miei amici, compreso Matteo
Bertini, giocavano a pallavolo, mi sono avvicinato a questa
disciplina...”.
Venendo
dal calcio, avrà apprezzato le peculiarità che fanno della
pallavolo uno sport unico, dentro e intorno al campo.
"Assolutamente!
E' un altro mondo...”.
Gigi Portavia e Matteo Bertini, collaboratori, ma soprattutto amici |
Nella
mia carriera di giornalista sportivo, ho avuto l'opportunità di
intervistare molti “vice”. A mio modesto parere, scrivere vice è
una bruttura burocratica. Bisognerebbe spiegare meglio che, più che
vice, il principale collaboratore dell'allenatore capo è quello che
ne fa le veci nelle situazioni più delicate, più ingarbugliate
Amico e collaboratore, magari talvolta pronto – ma non è il caso
di Gigi – a “rubargli” la panchina. Ora parafulmine, ora
confessore degli atleti, in particolare - credo - delle atlete, che
abitualmente si confidano con chi può raccogliere i mugugni
garantendo l'anonimato, vuoi per un allenamento troppo lungo, o
troppo duro, come pure per un orario di seduta in palestra che poteva
essere meno punitivo o una trasferta che doveva essere più comoda.
L'esperienza mi dice che il suo ruolo è fondamentale per gli
equilibri, quindi per le fortune di una squadra.
"Credo
sia davvero così. Succede infatti che una giocatrice o un giocatore
si sfogano con il secondo o con il fisioterapista, che ovviamente
cercano di ricucire, di mediare, di mettere a posto, se c'è da
mettere a posto la situazione. Oppure di consigliare l'atleta e di
parlare con l'allenatore. Sinceramente, è un ruolo che mi viene
facile. Essendo amico d'infanzia di Matteo, abbiamo un continuo
dialogo. Onestamente, nelle tre stagioni a Pesaro, non mi sono
capitati casi difficili da risolvere, non si sono presentate
situazioni irreparabili. Il mio compito è stato abbastanza
facile...”.
Gigi in compagnia di una sorridente Diletta Sestini |
Seguendo
le partite e soprattutto gli allenamenti della serie B1, mi è parso
di notare che lei abbia un bel rapporto con le ragazze.
"Mi
fa piacere che lei l'abbia notato. Posso affermare, però, senza
ombra di dubbio, che era così anche le stagioni precedenti.
Quest'anno, poi, abbiamo un gruppo di ragazze splendide, con le quali
è facile parlare, confrontarsi”.
Di
recente, Matteo Bertini mi ha raccontato la differenza tra allenare
un gruppo giovane, come quello della scorsa stagione, e uno più
esperto, qual è quello di quest'anno. Con le più giovani c'è la
soddisfazione di vederle crescere, con le più esperte di avere
davanti persone mature che sanno quel che vogliono. La sua opinione?
"Sono
due modi completamente diversi di lavorare e di allenare. Le grandi
non le puoi ingannare, tra virgolette. Non che tu possa farlo con le
giovane, ma queste sono come le spugne: assorbono tutto, apprendono e
fanno esperienza. Con le grandi, fai un altro lavoro, hai un altro
approccio. Ma è bello lavorare con entrambe”.
Quando
la scorsa estate parlavate con Matteo della nuova squadra, facevate i
nomi di chi sarebbe arrivata, dei tasselli da incastrare per fare
nascere un bel gruppo, avrebbe pensato che stavate costruendo una
squadra interessante, capace di vincere le prime 20 partite?
"Quando
Matteo anticipava qualche nome, mi sembrava che stesse nascendo una
squadra equilibrata, ma che fosse in grado di realizzare una striscia
vincente così importante, sinceramente non l'avrebbe pensato
nessuno. E' evidente che la squadra è stata costruita bene e ha un
equilibrio che altre non hanno... Ed è allenata molto bene,
altrimenti non avresti vinto tutte le partite”. Già, Gigi
Portavia ha toccato un tasto che spesso dimentichiamo –
colpevolmente. Le ragazze sono brave, la chimica è quella giusta, ma
alla base dei tanti successi c'è anche un grande lavoro tecnico, e
dirigenziale, se è vero che la società trasmette affetto, serenità,
piacere di fare parte di una grande famiglia.
State
vincendo tanto, ma la formula del campionato di serie B1 ricorda che
non basta dominare la stagione regolare, ma è necessario fare bene
nei playoff per completare l'opera, per conquistare la promozione.
State dando un'occhiata alla possibile avversaria nella seconda fase?
In questo momento, sembra che Pesaro e Cisterna – leader del girone
D – siano entrate in rotta di collisione.
"Certamente
facciamo attenzione a quel che accade nel nostro girone, ma anche nel
D, ma in questo momento pensiamo soprattutto a noi più che alle
altre. La matematica non ci conforta ancora ed è più corretto
pensare a ritrovare le energie per essere pronti nei playoff. Avremo
tempo e modo di occuparci delle eventuali avversarie”.
Un
gruppo esemplare, sotto ogni punto di vista, è stato detto più
volte del Volley Pesaro. Questo esempio lo propone alle sue Under 16?
"Sì,
ogni volta che ne ho occasione. Ricordo alle ragazzine che certe cose
non succedono solo a loro, ma anche alle più grandi. L'esempio
offerto dalla prima squadra aiuta tutte le altre a crescere meglio.
Quando si è molto giovani, se le cose non funzionano, ci si butta
facilmente giù. L'esempio delle più grandi aiuta a venire fuori da
situazioni difficili, è uno stimolo ad andare avanti, a
migliorarsi”.
Credo
che l'esempio della B1 possa essere servito domenica, nella finale,
quando, dopo avere dominato i primi due set, avete avuto qualche
difficoltà nel terzo parziale, chiuso poi 33-31. La sua Under 16 ha
dimostrato una caratteristica che è propria del Volley Pesaro: non
mollare mai.
"Vincere
un set così, dopo 5-6 palle set annullate dalle avversarie, vuole
dire che le ragazze volevano centrare l'obiettivo, che ci hanno
creduto sempre e alla fine ce l'hanno fatta”.
Da
marottese, vuole spendere qualche parola per il Volley Lab Fano
Bianca, che lottando fino all'ultima palla ha mostrato di avere
altrettanta forza tecnica e morale reagendo con determinazione al
doppio svantaggio?
"Noi
abbiamo fatto una bella partita, loro sono un gruppo interessante, ma
hanno giocato i primi due set sotto tono. Magari erano emozionate. Ma
nel terzo hanno avuto una grandissima reazione, mettendoci in grande
difficoltà”.
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