venerdì 20 marzo 2015

L'EMANCIPAZIONE FEMMINILE ATTRAVERSO I GIOCHI OLIMPICI. MOSTRA E CONVEGNO DEL PANATHLON

Ondina Valla, primo oro femminile italiano, a Berlino 1936 (dall'archivio Fidal)

@LucianoMurgia
L'emancipazione femminile attraverso i giochi olimpici. E' il titolo di un tema molto intrigante, anche quasi tre millenni dopo le prime Olimpiadi. E' soprattutto il titolo della mostra proposta dal Panathlon International Club di Pesaro e dal Distretto Italia.
Una mostra che trova il suo giusto spazio nella Sala Laurana del Palazzo Ducale, in Piazza del Popolo, cuore della città.
Alle ore 18 di oggi, venerdì 20 marzo, l'inaugurazione. Sabato, alle ore 17,30, il convegno “Il femminile nello sport”, con relazioni di Gigliola Gori, vice presidente Ishpes (International Society for the History of Physical Education and Sport), su “La donna nella storia dello sport”; Lucia Morico, judoka, medaglia di bronzo ai Giochi di Atene 2004: “La mia vita con lo sport”; Barbara Rossi, pedagogista, pallavolista, presidente del Volley Pesaro che guida imbattuto il campionato di serie B1: “Sport come strumento di crescita”.
E' annunciata la presenza di Luigi Pizzi, prefetto di Pesaro e Urbino; Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, Giorgio Dainese, governatore Area 5 del Panathlon Club Pesaro; Alberto Paccapelo, presidente del Panathlon Club Pesaro; Fabio Sturani, presidente Coni Marche. Coordina Alberto Iaccarino.
Intanto, è da applaudire subito la scelta del Panathlon di fare parlare del tema a tre donne. Troppe volte abbiamo dovuto seguire convegni con relatori decisamente lontani dai temi trattati.
Il tema della mostra – che resterà aperta fino al 25  – è strettamente attuale, in linea con i tempi che stiamo vivendo, dove il fanatismo religioso sta facendo scempio, come già in passato, dei diritti dell'individuo.
Di recente, proprio la società presieduta da Barbara Rossi ha preso una decisa posizione a favore di Ghoncheh Ghavami, la giovane anglo-iraniana esclusa perché chiedeva di assistere alla partita di pallavolo maschile tra Iran e Italia, in programma a Teheran.
Sono trascorsi quasi tre millenni e ancora oggi le donne vengono escluse da manifestazioni sportive. Allora in Grecia, dove gli uomini gareggiavano nudi; oggi nei paesi governati da fanatici religiosi.
Attenzione, però, il fanatismo non è a senso unico. Sembrerà stupido, magari è solo scaramantico, ma ancora oggi atleti e atlete fanno il segno della croce prima di una gara, di un calcio di rigore. Non per chiedere la salute, la protezione durante una prova rischiosa, ma per vincere, per fare gol.
Ecco, allora, l'importanza offerta dalla presenza femminile ai giochi olimpici, da una storia che ha regalato in passato e continua a regalare oggi straordinari esempi, non solo successi.


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