Un
mercoledì sera nella “sua” Caserta che resterà scolpito nella
memoria di Francy: dai fiori alla targa, dal primo punto alla
vittoria, al ritorno a Pesaro senza dormire
@LucianoMurgia
Ci
sono sere che non arrivano mai, e ce ne sono altre che credi non
torneranno più. E ci sono momenti che hai nel cuore e non
dimenticherai mai, perché nessuno potrà cancellare l'amicizia che
ti hanno regalato, e che tu hai ricambiato sinceramente. Così le
sere che non dovevano arrivare mai o credevi non potessero tornare
spuntano all'improvviso, come dietro la luna dal monte a illuminare
una targa e un mazzo di fiori e il cuore batte forte, ma non è il
tumulto delle ultime settimane, perché dentro quel palazzetto dello
sport che è stato tuo per un anno ti senti di nuovo a casa, anche se
quella vera è lontana più di 500 chilometri, che ricordi uno a
uno, ma non stasera, anzi ieri sera, mercoledì sera, quando hai
ritrovato l'affetto di chi ti ha voluto e ti vuole bene, a cui tu
vuoi bene, e il sorriso, e la schiacciata vincente, e la battuta che
culmina in un ace, e il muro, anzi i muri, e dopo settimane di
silenzio, di tristi ne, non entrata, hai ritrovato il campo, la
vittoria, l'abbraccio delle tue compagne. Magari hai dubitato, e
pensato che serate così non sarebbero più arrivate, e invece ne hai
vissuto una che ne vale mille, in una città – Caserta - che ti ha
adottato e magari ti ha perdonato perché, per la seconda volta, hai
fatto del tuo meglio per fare perdere la squadra che hai trascinato
in serie A2. Ma – si sa – certi amori non finiscono mai. Te lo
hanno cantato dopo la gara d'andata i tifosi arrivati a Pesaro da
Caserta, te l'hanno confermato i saluti e i baci e gli applausi e i
fiori e una targa tutta per te, per Francesca Babbi, che era il
capitano del Volley Pesaro e adesso non lo è più, e nell'ultimo mese aveva messo piede in campo solo
a Forlì, in una partita-allenamento di Coppa Italia, ma mercoledì
sera è tornata la Francesca Babbi che non nasconde le emozioni, che
le racconta...
“Tornare
a Caserta per me è stato un susseguirsi di emozioni molto forti,
perché a Caserta ho vinto il mio primo campionato non certo partendo
da favorite e disputando dei playoff davvero incredibili. E perché
Caserta è una città che ho imparato ad amare.
“Una
città che prima di partire mi spaventava per la diversità dal posto
da cui arrivavo, ma poi ho scoperto essere fantastica, con persone
sempre disponibili e genuine nel vero senso della parola, per il loro
darti il cuore... La città... la Reggia maestosa e bellissima... La
società, stupenda, con un presidente come non ne ho mai conosciuti.
“Tornare
lì, per me è stato un rivivere tutto questo. Io ho fatto anche un
tatuaggio in onore del mio anno casertano con la scritta meravigliosa
"per aspera ad astra".
“L'omaggio
di Caserta è stato per me importante, mi ha commosso, molto, a
dimostrazione che le strade possono anche dividersi, ma il rispetto e
i legami veri rimangono.
“Il
primo punto da me realizzato è stato liberatorio da un punto di
vista personale. Era qualche partita che non giocavo e avevo
accumulato tanta voglia di fare.
“Vincere
è stato importante per proseguire la striscia positiva e fare punti,
per staccarci dalle parti basse della classifica ed iniziare a
guardare in alto
“Penso
di avere fatto il mio, ma penso anche di poter fare meglio. Mi sto
allenando bene e ritrovando continuità. Spero e credo di poter dire
la mia.
“Rientrando
ho dormito poco... l'adrenalina e le mille emozioni mi hanno
accompagnata a Pesaro, ascoltando un po' di buona musica”.
Avevo
proposto alcune domande a Francesca. Mi è sembrato più giusto
eliminarle. Bastano le parole le sue
parole per raccontare il cuore di una ragazza, di una donna, prima
ancora che una giocatrice di volley, per descrivere le emozioni di un
mercoledì sera di febbraio che resterà scolpito nella sua memoria e
in quella dei casertani che le vogliono bene e dei tifosi pesaresi
che l'hanno ritrovata.
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