@LucianoMurgia
Angelo
Vercesi si confessa dopo il trionfo in Coppa Italia e la
dichiarazione alla fidanzata e accusa chi “vuole bruciarmi con voci
assurde. Io sono un allenatore che s’impegna, non un latin lover.
Peccato che lo dica anche il presidente di una società”
Angelo Vercesi in ginocchio propone a a Vera di sposarlo (Foto Rubin/LVF) |
RAVENNA
– Riccardo Marchesi aspetta Angelo Vercesi per fargli i
complimenti. Fa altrettanto Piero Babbi. Il Pala De Andrè sembra una
succursale di Pesaro. Anche perché in tribuna ci sono i due
presidenti della myCicero Volley Pesaro, Barbara Rossi e Giancarlo
Sorbini, e ci sembra di avere visto Sandro Sardella, a meno che non
sia un omonimo.
Stando
a tempi più recenti, abbiamo avuto il piacere di salutare Giada
Boriassi, ma anche Gian Paolo Chittolini, e di intervistare Laura
Saccomani, grande protagonista del successo di Forlì che si è
aggiudicata la Coppa Italia di serie A2.
Laura
Saccomani racconta le lacrime di Vera: “Non so se fossero di
felicità o all’idea di trascorrere tutta la vita con Angelo:
propendo per la seconda”
Angelo
Vercesi è preso d’assalto da giornalisti e fotografi. La scena che
lo vede in ginocchio chiedere la mano di Vera Klimovich, anche se non
è una novità nello sport, è piaciuta a tutti. La centrale
bielorussa, dal 13 marzo in forza alla squadra romagnola, dopo avere
fatto parte – l’anno scorso – della Pomì Casalmaggiore
campione d’Italia, non è stata utilizzata dal coach-fidanzato, ma
è la più felice del mondo per la richiesta di matrimonio. Tutti la
vogliono, tutti la cercano mentre va in giro in compagnia di Irina
Smirnova e della Coppa Italia appena vinta. Ha ancora le lacrime agli
occhi, ma Laura Saccomani ha un perché molto originale...
Laura Saccomani supera il muro di Cumino (Foto Rubin/LVF) |
“Angelo
ci ha sorpreso, non sapevamo nulla della richiesta di matrimonio.
Infatti, non ho capito se Vera piangeva di felicità o all’idea che
dovrà passare una vita con Angelo... Propendo per la seconda
ipotesi...”. Per fortuna di Laura, Angelo Vercesi è una persona di
grande simpatia, altrimenti i prossimi allenamenti diventerebbero un
inferno.
Lui
non ha voglia di pensare al futuro, preferisce godersi la vittoria
appena conquistata, almeno per qualche ora.
“Festeggiamo
oggi e domani, ma da martedì torniamo con i piedi a terra perché ci
attendono 4 gare e Soverato è alla pari con noi. In queste 4 gare si
deciderà se andremo in vacanza più presto, con in tasca la
promozione in serie A1, o se dovremo soffrire. Dipenderà da noi, ma
non dimentico che questa finale di Coppa Italia è stata una gara
particolare e dovremo prestare attenzione alle calabresi perché sono
brave”.
Angelo
Vercesi non ha dubitato mai, convinto che le sue ragazze potessero
vincere il trofeo.
“Onestamente
ci credevo, perché siamo una bella squadra e le ragazze sono scese
in campo con l’atteggiamento giusto. Non solo: sono brave e a mio
parere il livello di Forlì è da serie A1. Io ci credevo, davvero
tanto, anche se ero conscio che Soverato è altrettanto forte”.
Lei
ha vissuto una giornata ricca d’emozioni, sportive e personali.
“Una
doppia soddisfazione: la vittoria è frutto della nostra passione,
di un lavoro che mi piace tanto, la pallavolo. L’altra mia passione
è Vera Klimovich. Stiamo insieme da due anni e adesso sono molto
contento, soprattutto del mio gesto...”.
Angelo
vuole togliersi un sassolino dalla scarpa.
“Forse
non è il momento, ma voglio dire una cosa che ho nel gozzo da tempo.
Dedico la Coppa Italia alla mia famiglia, alla mia ragazza, alla
società, a me stesso e a chi da anni dice che io non sono un
allenatore, ma un tifoso, anche bravo; un animatore, un trascinatore,
ma non un bravo allenatore. Spero mi capiate: a me piace fare casino
con le ragazze, ma in palestra si lavora duro, con doppio allenamento
alla mattina, tra pesi e palla, e un allenamento pomeridiano. Trovo
ingiusto bruciare chi lavora, un professionista che s’impegna
tanto. E’ da tempo che sento queste voci, dette anche dal
presidente di una società. Ho dimostrato di essere un
lavoratore...”.
L'esultanza di Vercesi dopo un punto di Forlì (Foto Rubin/LVF) |
Ci
scusi – lo interrompiamo – ma lei ha dimostrato il suo valore
vincendo uno scudetto e altro da allenatore capo della Scavolini
Pesaro.
“Sì,
ma c’è chi dice che io sono un latin lover. Idiozie dette da
qualcuno che vorrebbe avere il piacere di bruciarmi”.
Le
parole fanno male, ogni tanto anche i giornalisti dovrebbero
riflettere su quanto scrivono o dicono. Ne abbiamo parlato, tempo
addietro, con Laura Saccomani, che abbiamo ritrovato una domenica
sera più felice che mai.
“Siamo
riuscite a fare il nostro gioco senza subire quello di Soverato. E’
un tema fondamentale per noi. Le partite che abbiamo perso di recente
ci hanno visto andare fuori di testa mentre subivamo le avversarie.
Oggi siamo state grandiose e non abbiamo concesso spazio alle
calabresi”.
Lei
ha messo a terra l’ultimo pallone della partita, quello che ha
sancito la vittoria della Coppa Italia.
“Ha
un sapore particolare. Il nostro vice allenatore mi aveva chiesto di
fare un pallonetto spinto. Glielo ho dedicato. E’ stato bellissimo
chiudere così. Ma più che parlare di me, vorrei fare i complimenti
a tutta la squadra: non abbiamo sbagliato nulla e ci siamo aiutate
sempre. Sono felice”.
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