MATTEO BERTINI: "LA SAUGELLA E' SQUADRA COMPLETA CHE GIOCA UNA BELLA PALLAVOLO, MA LE MIE RAGAZZE NON PARTONO SCONFITTE"
Scrivere di
sport, di pallavolo, di amore per la vita mentre scorrono le immagini
di quanto accade a Parigi, città di tante trasferte sportive, dove,
ancora oggi, risiedono e lavorano amici. Come si fa?
Me lo chiedo
mentre le dita battono sulla tastiera, cancellando appunti
precedenti, dedicati a un'idea di articolo di presentazione di
Saugella Team Monza – myCicero Volley Pesaro che è in programma
domenica, alle ore 18, arbitri Fabio Scarfò e Rachela Pristerà.
Pensavo che
un tempo, oltre all'autodromo e al Gran Premio, che – mi scuserete
– non rientrano nei miei interessi dal giorno della tragedia di
Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, quando – scusate il gioco di
parole - pensavo a Monza, l'associavo subito alla Simmenthal, alla
famosa marca di carne in scatola, che si produceva, appunto, in Via
Borgazzi, zona San Rocco, Brianza.
Oggi,
sinceramente, sono più attratto da verdura e frutta. Ricordo, però,
che per quasi due decenni il marchio Simmenthal è stato identificato
dal pubblico in una squadra di pallacanestro, l'Olimpia Milano,
capace di vincere dieci scudetti e di essere la prima a portare in
Italia la Coppa dei Campioni di basket. Curiosità: l'azienda, nel
senso della Carne Simmenthal, interruppe la sponsorizzazione perché
l'abbinamento era diventato controproducente proprio perché il
pubblico l'identificava nella squadra di pallacanestro, non nel
prodotto carne in scatola.
Carne in
scatola, carne da macello, in tutti i sensi, perché l'orrore che è
insito negli accadimenti francesi è da macello...
Come si fa?
Me lo domando ancora, ma se smettessimo d'occuparci di sport, d'arte,
d'amore, di vista, vincerebbero quegli invasati che uccidono in nome
di un Dio, del loro Dio, come altri – in passato – hanno fatto in
nome di un altro Dio.
Respingo
l'idea che l'orrore sia figlio di un Dio, ma anche dell'Islam. Ho
vissuto – da agnostico, se volete da uno senza Fede, persa in
passato e mai più ritrovata – uno dei momenti più belli della mia
vita in una moschea, anzi nella Moschea. Ne ho scritto in un libro
dedicato alla pallacanestro, “Dietro i canestri”, Diario di
viaggi, Racconto di passioni, Trent'anni nel mondo del basket
(Minerva Edizioni, 2010).
Care amiche,
cari amici, abuso della vostra comprensione, ma vorrei proporvi
alcune righe dedicate a una trasferta in Israele, alla mia prima
volta a Gerusalemme, in compagnia della Fortitudo Bologna, invitata a
Tel Aviv dal Maccabi per un'amichevole prima della sfida alla
Scavolini in Coppa dei Campioni, gennaio 1989. Lavoro alla Gazzetta
di Pesaro, il capo della redazione e il responsabile dello sport
autorizzano la lunga trasferta per seguire l'amichevole del Maccabi,
presentare il mito d'Israele e, ovviamente, raccontare la partita
della Scavolini. La Fortitudo organizza una gita a Betlemme e
Gerusalemme, i responsabili mi invitano a unirmi alla comitiva.
Nel 1989
è in corso la Prima Intifada, la rivolta iniziata due anni prima in
un campo profughi palestinese, eppure riusciamo ad accedere alla
Cupola della Roccia, gioiello dell'architettura araba dai mosaici
azzurri e blu. La Qubbat al-Sakhra è ricoperta d'oro. Giornata
grigia, umida, entriamo anche nella vicina al-Aqsa. All'interno delle
moschee pochi fedeli. Un anziano arabo, barba e capelli bianchissimi,
è inginocchiato. Magro, ascetico, il viso scavato dallo scorrere del
tempo mostra quasi carne viva. Potrebbe avere novant'anni. Prega e il
suo volto è illuminato da un raggio di luce che penetra
dall'esterno. Emana una straordinaria intensità religiosa, una fede
mai percepita. Almeno nelle chiese cattoliche. La nostra presenza
sembra non distrarlo. Gli passiamo accanto, ha un sussulto, le labbra
accennano un sorriso che rasserena...
Ecco, a
distanza di ventisei anni, non riesco a immaginare un uomo così che
impugna un mitra o lancia una bomba o fa saltare un aereo.
Come si fa a
scrivere di sport? Ci provo, in compagnia di Matteo Bertini,
allenatore della myCicero, che presenta l'avversaria di domenica, la
Saugella, una bella squadra che non nasconde di puntare in alto. Di
più, una squadra arrabbiata con se stessa per la pesante sconfitta
patita domenica scorsa a Olbia.
“Sono
alcuni anni che Monza prova a disputare campionati di vertice,
mancando la promozione in A1 per un'inezia. Anche quest'anno si
conferma squadra di grande valore, ricca di doti fisiche, ma anche di
individualità tecniche. Una squadra completa in tutti i
fondamentali, con una palleggiatrice sopraffina per la serie A2, qual
è Stefania Dall'Igna, e tante attaccanti di valore. Dall'Igna, che
ha giocato anche a Urbino, vanta una notevole esperienza in serie A1,
facendo sempre molto bene, ma anche all'estero, in Francia...”.
Già, la
Francia... Ci pensi e le dita non hanno più tanta voglia di battere
sulla tastiera, ma ci provo...
“Dall'Igna
è molto brava a valorizzare al meglio tutte le sue attaccanti...”.
Monza ha
allestito un bell'attacco, puntando su giocatrici esperte di serie A2
quali la serba Milica Bezarevic e l'ex pesarese Bernadett Dekany.
Innesti che confermano la volontà di guadagnare la promozione, per
proporre – come Modena e Piacenza – due squadre in A1, sia nel
maschile sia nel femminile. Però, domenica scorsa la Saugella ha
perso – male direi – a Olbia.
“Complice
un piccolo infortunio a Valentina Zago, un importante riferimento per
Monza, impossibilitata a scendere in campo. Magari hanno vissuto
anche una giornata poco felice, ma non vorrei si dimenticasse il
grande valore di Olbia, che si conferma una delle squadre più in
forma, una delle più forti, a sua volta in grado di puntare
decisamente ai playoff”.
Che
pallavolo propone Monza?
La Saugella festeggia (Foto Luca Renoldi dalla pagina Facebook di Bernadett Dekany) |
“Una
pallavolo bellissima, fatta di tante soluzioni offensive, un gioco
veloce. E' una squadra costruita bene, con due schiacciatrici che
hanno caratteristiche differenti: Dekany preferisce la palla morbida,
per sfruttare altezza e potenza, Bezarevic la palla veloce per
capitalizzare le sua qualità dei suoi colpi d'attacco in cui è
fenomenale. Buono il gioco con le due centrali, Sonia Candi e
Francesca Devetag, che hanno tante soluzioni, non solo con le fast e
con i giochi davanti. Sono entrambe complete e alte...”.
E la
myCicero non ha Diletta Sestini nella migliore condizione, causa un
affaticamento che l'ha obbligata a riposare questo venerdì.
L'augurio è che Diletta, che scenderà in campo, non dovrebbero
esserci dubbi, possa dare il suo contributo che – sottolineava
Bertini dopo la partita casalinga con Settimo Torinese – è
imprescindibile, soprattutto nel muro-difesa, dove la centrale
toscana è una vera maestra.
“Monza è
squadra fisica, che mura tantissimo e punta molto sui fondamentali
che fanno punto: battuta, attacco e muro. Ha un libero, Silvia
Lussana, che dà tantissimo equilibrio in ricezione e altrettanta
qualità in difesa. La Saugella è una squadra completa, che gioca
una pallavolo completa, ma anche bella da vedere. Sarà difficile
affrontarla, ma noi abbiamo preparato le nostre cose per essere
pronte. Non abbiamo pressioni, possiamo giocare a mente libera per
cercare di mettere in difficoltà Monza anche rischiando qualcosa in
più”.
Fa parte
del roster brianzolo, ma al momento non gioca, una ragazzina
fanese...
“Ludovica
Montesi, che è stata con noi, ma poi ha scelto la via di Orago (uno
dei centri giovanili più famosi, grazie al professor Bosetti; ndr),
dove ha scelto di mettersi in luce ed è sicuramente cresciuta. Visto
che non sta giocando, non riesco a vederla con continuità. Pertanto
non riesco a esprimere un giudizio sulle sue qualità. Però credo
che per lavorare con giocatrici molto forti che possono insegnare
tanto alle giovani sia una bella opportunità per Ludovica”.
Veniamo
alla sua squadra: come ha trovato le ragazze dopo i due giorni di
riposo, soprattutto dopo la vittoria?
“Abbiamo
rivisto le cose che non hanno funzionato anche nella vittoria,
soprattutto nella qualità dei contrattacchi. Le ragazze stanno bene
mentalmente e sono pronte a una partita difficile. Le vedo vogliose e
non hanno alcuna intenzione di partire sconfitte. Sono pronte a
giocare tutte le carte per cercare di portare a casa qualcosa, che
siano set tirati o punti non ha importanza. Sarà importante tornare
a testa alta dopo avere giocato la pallavolo che piace a noi. Non ci
mancano i mezzi per mettere Monza in difficoltà, dobbiamo sfruttarli
al massimo”.
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