mercoledì 4 novembre 2015

IL VOLLEY PESARO ATTENDE LE DANZE UNGHERESI DI RITA LILIOM

"Sto meglio, presto sarò al massimo della forma, mi piace giocare qui e vivere questa città tra mare e bicicletta"

@LucianoMurgia
Nella città di Gioachino Rossini, nella stagione che ha visto il Volley puntare molto sul connubio con la musica, tanto da assegnare alle tribune del PalaCampanara i nomi di famose opere del Cigno pesarese, s’attendono le bellissime melodie delle Danze Ungheresi, che non sono quelle composte da Johannes Brahms, peraltro tedesco di Amburgo, ma dalle mani di Rita Liliom, in collaborazione con quelle di Isabella Di Iulio. Già, come il capolavoro di Brahms, per pianoforte a quattro mani, poi diventato per orchestra. Che è quanto Matteo Bertini sta cercando di realizzare per la sua squadra, per un’orchestra che suoni all’unisono, in attacco e in difesa.
Rita Liliom
Rita Liliom, ungherese di Budapest, ha un bel sorriso e un modo di fare che conquista. Avevano ragione Bernadett Dekany, Raffaella Calloni e Jan De Brandt, due ex compagne di squadra, il suo allenatore nella Nazionale ungherese, che sintetizziamo nella dichiarazione della giocatrice italiana: “Rita è una splendida ragazza...”. Anche nelle risposte, semplici e sincere. Una risposta dovrebbe piacere non poco al sindaco Matteo Ricci, il cui programma punta molto su “la città della bicicletta”.
L'allenamento tecnico del mercoledì mattina è diviso in due gruppi. Lavoro tecnico, con Matteo Bertini che talvolta rimprovera e  più spesso applaude le ragazze, che a fine fatica abbracciano Carlo, il  grande tifoso, soprattutto il vero amico che oggi festeggia  l'onomastico. "Paste per tutte, stasera", annuncia. Si sorride, ma il sorriso più contagioso è di Matteo Bertini: "Oggi, finalmente, avremo un 6 contro 6". Come a dire: era ora!
Siamo al PalaSnoopy con un obiettivo:  ascoltare il pensiero di Rita sul primo mese a Pesaro, iniziando dalla sua schiena, da quella schiena che non le ha consentito di essere al meglio sia nell’esordio casalingo con Soverato, sia domenica scorsa a Chieri. Adesso come va?
Va meglio. Mi sto allenando appieno senza avvertire particolare dolore, quindi va decisamente meglio...”.
Le sue condizioni di forma sono quantificabili?
Credo che possano essere intorno all’80 per cento, ma sono convinta che nelle prossime due settimane saranno al massimo”.
La scorsa stagione Rita ha giocato in serie A1, a Firenze, ed è alla prima esperienza in A2: un primo giudizio?
Mi piacciono entrambe. In Italia, i campionati sono tutti di alto livello. La differenza più evidente può essere nella velocità del gioco, superiore in A1, e nel totale degli errori, più numerosi in A2. Noi stiamo cercando di lavorare duro per ridurre il numero di errori,  per migliorare e diventare davvero una buona squadra”.
Dove può migliorare Rita Liliom? Crediamo intanto nell’intesa con la palleggiatrice, con Isabella Di Iulio, perché non va dimenticato che lei è arrivata a Pesaro in ritardo rispetto alle compagne, reduce da una lunga estate in Nazionale e dai Campionati Europei in Belgio e Olanda.
Posso crescere in tante cose, ma specialmente nel rapporto con la palleggiatrice, perché il collegamento tra chi passa e chi deve sfruttare il passaggio deve essere buono. Ovviamente puoi migliorare questa connessione solo con l’allenamento”.
Fare questa domanda è come chiedere al fruttivendolo se la verdura e la frutta sono fresche e buone, però, credetemi, basta guardare Rita negli occhi per capire che – da buona mitteleuropea – risponde sinceramente, senza alcuna furbizia: come va con la squadra e con la società?
E’ tutto perfetto. Mi piace molto giocare in questa squadra”.
Come si trova a Pesaro?
Veramente bene, è una città molto graziosa. Mi piace il mare, e vivendo davanti al mare è tutto molto bello. Adoro la possibilità di girare la città in bicicletta, è  un aspetto molto piacevole”. Lo dice ridendo, osservando il giornalista in tenuta da mountain bike, perché è bello seguire lo sport, ma soprattutto praticarlo. E cosa c’è di meglio che raggiungere il PalaSnoopy in bicicletta dopo essersi concessi una pedalata lungo i sentieri che costeggiano il fiume Foglia?

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