Matteo
Bertini racconta cosa è passato nella mente della myCicero Volley
Pesaro dopo l'infortunio della centrale toscana: “Lo volevamo per
lei e perché è stata una grande stagione. Ma davanti avevamo una
squadra che ha giocato una partita clamorosa”
Matteo Bertini, amareggiato per l'infortunio di Diletta (Foto Eleonora Ioele) |
@LucianoMurgia
Il
parcheggio di un'area di servizio lungo l'Autostrada del Sole. Buio
fuori, buio soprattutto dentro. E' notte, si torna a casa portando
nel cuore la domanda delle domande: come sarebbe finita se...? Non
avrà risposta. Il cuore del tifoso dice che, sì, si poteva fare. La
razionalità del giornalista induce a dubitare. Resta l'unica
certezza: la myCicero non è riuscita a concretizzare il suo sogno
(anche) perché Diletta non ha potuto dare il suo contributo di
classe e grinta, la sua voglia di concorrere a conquistare un grande
successo, l'ennesimo di una stagione indimenticabile.
Siamo
tutti addolorati, perplessi, anzi sgomenti. Poco prima, in un altro
parcheggio, quello antistante il palasport di Monza, Giorgio Fanesi,
lo Sponsor (lo scrivo con la S maiuscola perché ieri, andando e
tornando da Monza, mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, a
trent'anni fa, alle trasferte al seguito della Scavolini Basket... ma
questa storia merita un suo spazio esclusivo, e già oggi proverò a
dedicarglielo), aveva tirato su il morale di tutti,
stappando una bottiglia e brindando a Diletta. Un brindisi per
augurare tutto il bene del mondo alla centrale che s'accingeva a
tornare a Pesaro sdraiata sui sedili in fondo al pullman, accudita da
Claudio e Gabriele, i due fisioterapisti, assistita dalle compagne di
squadra, dagli allenatori, dai dirigenti.
Papà
Stefano, giustamente amareggiato per un post, consola i tifosi. Solo
la risonanza magnetica dirà la verità sull'infortunio
Papà
Stefano Sestini, che incontriamo nell'area di servizio, è
incredibile. E' lui che prova a consolare i tifosi, i Balusch. Pensa
positivo, Stefano, spiegando che è lo sport, che nello sport,
purtroppo, accadono anche queste cose. E spiega che forse è il
legamento collaterale, sperando non si tratti del crociato. Non ci
sono certezze, al momento, solo timori, perché il ginocchio destro
di Diletta è gonfio e non rende possibile l'esame della risonanza
magnetica, l'unica che darà una risposta vera. L'unica amarezza di
Stefano, che invece in Lapo, fidanzato di Federica Mastrodicasa,
diventa rabbia, è un post infelice in una pagina di Facebook. Un
post che dovrebbe indurre a meditare, a contare non una, ma cento,
mille volte prima di scatenarsi alla tastiera.
Si
torna a casa che sono quasi le 3, i 300 e più chilometri non hanno
lenito il dolore. In pullman non si è parlato d'altro. Come sul
taraflex di Monza subito dopo la partita.
Già,
come si può giocare, più semplicemente stare in campo, quando una
compagna che è stata con te per tanti mesi, che ha convissuto con i
tuoi stessi allenamenti, le tue fatiche, i tuoi sacrifici, che ha
condiviso le tue emozioni e provato le stesse gioie e le stesse
delusioni, è sdraiata in panchina, in lacrime, con il ginocchio
bloccato?
“E'
difficile, molto difficile... Soprattuto perché è Diletta...”
commenta Matteo Bertini, che ci sembra stenti a frenare le lacrime...
“Volevamo
farlo per lei: lo meritava. E perché è stata una grande stagione.
Le ragazze ci hanno provato, ma davanti avevamo una squadra che ha
disputato una partita che definirei clamorosa. Non abbiamo niente da
rimproverarci, brava Monza”.
Ci
avevano detto che Valentina Zago soffre le partite senza domani,
quelle che non puoi e non devi sbagliare. Alla faccia... é stata
incredibile, mettendo a terra 10 punti in quel maledetto primo set
che ha dato una svolta alla partita. E con lei anche a Giorgia De
Stefani, decisiva nella rimonta del secondo set.
“Eh
sì – sottolinea l'allenatore marottese -: lei ha cambiato la
storia del secondo set trovando soluzioni offensive importanti in
attacco, visto che Bezarevic faceva fatica a fare punti e soffriva in
ricezione. Probabilmente ha cambiato la partita, mentre noi siamo
state imprecise in alcune situazioni, pagando troppa frenesia. Però
– lo ribadisco – davanti avevamo una squadra che ha dimostrato
sul campo perché punta alla promozione in serie A1...”.
Detto
questo, il film della stagione è straordinario.
“Se
ad agosto qualcuno mi avesse detto che a fine aprile si sarebbe
giocata gara 3 per andare in finale, affrontando la Saugella, gli
avrei detto che era pazzo. Ovvio che, arrivati a questo punto,
dispiace uscire così. Avevo visto le ragazze motivate, cariche,
belle, anche nell'allenamento della mattina, a poche ore dalla
partita . Mi è dispiaciuto soprattutto perdere 3 a 0. Forse se il
secondo set fosse finito nostro favore... Lo stavamo giocando bene ed
eravamo avanti 20-17. Ci hanno ripreso, guadagnando coraggio. Da lì
in poi Monza non ha sbagliato più. Brava. Ma bravissime anche le mie
ragazze”.
Una
domanda, con una premessa: Claudia Di Marino, entrata a freddo, ogni
volta che è stata chiamata in campo ha dato tanto alla squadra.
Basti pensare alla partita di Coppa Italia vinta a Olbia. Però,
giocando meno, i suoi sincronismi nel muro-difesa non possono essere
gli stessi che propone Diletta. De Stefani è stata brava ad
“accarezzare” le dita del vostro muro, trovando punti che la
“prepotenza” di Bezarevic stentava a conquistare.
“E'
vero, però non mi sento di dire che sia stato questo il nostro
problema. Claudia ha dato sempre il massimo. A Olbia andò bene e
vincemmo un quarto di finale di Coppa Italia. A Monza ci ha provato,
ma è evidente che entrare dalla panchina, a freddo,in una semifinale
playoff, avendo giocato poco in stagione, non è facile, anche se ci
si è allenati per tutto l'anno con grande passione, con impegno,
come ha fatto Claudia. Lei ci ha provato, ma davanti aveva
un'avversaria più forte, che ha messo in difficoltà tutte noi, non
solo lei. Nessun rimprovero...”.
Per
carità, come si può addebitare qualcosa a una squadra che ha
regalato una stagione bellissima. Meritate solo applausi.
“Ci
è stato riconosciuto da tanti, non solo a Pesaro. Ci fa molto
piacere. Anche per essere riusciti a portare 1.700 persone a vedere
una nostra partita, malgrado la concomitanza con un grande
appuntamento di basket. Che si può aggiungere per queste ragazze...
lo scriva lei...”.
Il
voto dell'allenatore: “10 a tutti"
La myCicero a Monza: purtroppo è l'ultima partita di una stagione favolosa (Foto Eleonora Ioele) |
Ho
esaurito gli aggettivi e anche facendo ricorso al dizionario dei
sinonimi, avrei difficoltà...
“Io
mi limito a dare 10 a tutte le ragazze, al gruppo, all'impegno, ma
anche alla società, agli sponsor, ai tifosi, al mio staff che ha
lavorato giorno e notte per mettere la squadra nelle migliori
condizioni per fare il massimo possibile...”.
Avete
fatto innamorare Giorgio Fanesi, il vostro sponsor, diventato un
tifoso appassionato, un vero Balusch.
“E'
un'altra vittoria della nostra squadra. Fare innamorare così tanto
uno sponsor ci riempie d'orgoglio, della squadra, della società, ma
anche di chi – come voi - ci segue con passione, venendo a vederci
in allenamento. Il vostro lavoro è fondamentale perché ci date
tanta visibilità, soprattutto la sensazione di essere
importanti...”.
Per
Appunti di Sport, lo siete sempre stati.
“Abbiamo
vissuto insieme una bellissima stagione... Sono emozionato...”.
Bertini
allenatore dell'anno: lo sarà anche del prossimo? “Lo spero, fra
noi c'è tanta complicità e vogliamo ridare a Pesaro ciò che le è
stato tolto”
Torniamo
razionali: Appunti di Sport sostiene da tempo che lei è l'allenatore
dell'anno, non abbiamo dubbi, non è un'opinione, parlano i fatti.
Domanda: sarà anche l'allenatore dell'anno prossimo?
“Lo
spero. Il mio contratto scade alla fine di questa stagione, però tra
me e la società c'è tanta complicità; così tra me e lo sponsor,
ma anche con i tifosi. C'è voglia di andare avanti con un progetto
che punta a ridare a Pesaro ciò che le è stato tolto qualche
stagione addietro, non per demeriti della società e della squadra.
Ci proveremo con tutte le nostre forze, con tutti i nostri mezzi”.
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